Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto di Roma Capitale. Il secondo decreto, approvato in prima lettura, passa ora all’esame delle Camere, poi dovrà tornare in Cdm, entro 90 giorni, per l’ok definitivo. Stabilisce quali sono i poteri che vengono trasferiti dallo Stato a Roma Capitale e quali, con legge regionale, verranno ceduti dalla Regione Lazio o, in alternativa, gestiti in collaborazione tra le due istituzioni. Si tratta di un decreto legislativo essenziale per completare la riforma degli ordinamenti capitolini ed esercitare la delega sul federalismo fiscale. In pratica, il provvedimento assegna funzioni, risorse e patrimonio pubblico speciali alla “Città Eterna” dopo che il primo le aveva fornito, oltre un anno fa, un ordinamento istituzionale ad hoc.
Gli organi di Roma Capitale. Saranno l’assemblea, erede dell’attuale consiglio comunale, che sarà di 48 membri, e la giunta capitolina composta da 12 persone, come accade oggi. L’incompatibilità impedirà ai consiglieri di ricoprire anche la carica di assessore. Le indennità saranno stabilite con decreto del ministero dell’Interno. “Quello del numero dei consiglieri è un tema tecnico e parlamentare che non abbiamo mai posto – ha precisato Alemanno – Il decreto è uscito dal Cdm come lo volevamo noi e come l’abbiamo proposto e concordato. Non c’è stata alcuna tensione né’ modifica richiesta. Ora vedremo nei prossimi 90 giorni: se i partiti lo vorranno aggiungeranno questi elementi di rappresentanza”. Il sindaco. Il decreto prevede che il primo cittadino possa essere ascoltato direttamente dal Consiglio dei ministri sui problemi che riguardano la città, senza passare dalle sedi consuete di concertazione fra governo ed enti locali. Il provvedimento rende definitivo il meccanismo del patto bilaterale fra Stato e Comune sugli obiettivi del Patto di stabilità. In altre parole: Roma tratterà direttamente con il governo le regole da seguire e sarà esclusa dai vincoli di finanza pubblica che disciplinano tutti gli altri enti locali.
Le reazioni politiche. “Ce l’abbiamo fatta: il decreto è stato approvato oggi, che era l’ultimo giorno utile – ha commentato il Sindaco Gianno Alemanno – Il secondo decreto legge per la riforma di Roma Capitale era rimasto bloccato a causa degli atteggiamenti della Lega. Anche oggi vengo a sapere di commenti contrari ma noi diciamo che questo è riaffermare l’Unità Nazionale passando attraverso il riconoscimento di Roma Capitale”. Per Umberto Marroni, capogruppo Pd di Roma Capitale: “E’una notizia positiva. Si avvii subito una fase di consultazione, che è mancata in questi giorni, delle forze democratiche chiediamo quindi al sindaco di venire a riferire oggi in Assemblea capitolina per mettere a conoscenza dell’aula il testo approvato. Sembrerebbe fallito inoltre il blitz di Alemanno per inserire nel decreto l’allargamento della giunta e del consiglio” ha concluso Marroni. “Se il buongiorno si vede dal mattino questo è un pessimo giorno -E’ il commento del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sul decreto legislativo di Roma Capitale- Mi sarei aspettato – ha proseguito – che vi fosse almeno un provvedimento per la disoccupazione giovanile, o rispetto all’occupazione in generale che è la grande emergenza. Penso – ha concluso Zaia – che quantomeno esteticamente si dovrebbe istituire la condizione della pariteticità, un decreto per il nord e uno per il sud’‘.