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Nel Policlinico militare di Anzio vent’anni di sprechi e di inefficienze (dal Fatto Quotidiano)

In un articolo de Il Fatto quodiano si parla dell’Ospedale militare di Anzio. La struttura dovrebbe ospitare pazienti lungodegenti, dipendenti del ministero della Difesa e delle Forze Armate, al massimo per 60 giorni, e invece è diventata la loro casa da più di 20 anni

Per arrivarci bisogna costeggiare il mare e la spiaggia che vide lo sbarco degli Alleati nel lontano 1944. Le mura ritinteggiate di rosso e le cime dei pini marittimi e delle palme che svettano dai 14 ettari di parco fanno immaginare un piccolo Eden. Invece, superata la facciata, il Dipartimento lungo degenza “Movm Federico Bocchetti” del Policlinico militare ad Anzio (Rm) rivela la sua desolante realtà: una struttura enorme, cadente e corrosa dal sale, che dovrebbe ospitare pazienti lungodegenti, dipendenti del ministero della Difesa e delle Forze Armate, ex dipendenti o loro parenti, al massimo per 60 giorni, e invece è diventata la loro casa da più di 20 anni. Una casa dove, beninteso, gli ospiti non pagano un euro ma sono completamente a spese della collettività, pur percependo, in molti casi, pensioni di tutto rispetto, nonché pensioni di accompagnamento. Ma questo sarebbe il meno. Sprechi e inefficienze si sono accumulati negli anni, forse anche grazie alla collocazione un po’ isolata rispetto a Roma e all’Ospedale militare del Celio.

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L’interrogazione parlamentare.

Nell’ottobre del 2011 la struttura sanitaria anziate è stata oggetto di una  interrogazione di alcuni deputati del Partito democratico. I deputati hanno posto l’attenzione su quale sia il ruolo di provenienza dei ricoverati o dei familiari aventi diritto. In particolare gli esponenti democratici chiedevano, all’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa,  se l’accesso all’ospedale era ispirato a norme di trasparenza o c’erano dei favoritismi. Nell’interrogazione si chiedevano lumi anche sul numero dei ricoverati, sull’eventuale esubero di civili, sui costi per il mantenimento della struttura, del personale e della manutenzione generale. Infine c’era anche l’aspetto “archeologico”, ovvero i deputati del Pd chiedevano di verificare se all’interno dell’ospedale siano presenti i reperti della villa imperiale di Nerone e persino una parte di un anfiteatro di epoca romana

 

 

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