Lo stabilimento sorge in via val Camonica una traversa della Nettuno-Velletri. I militari del Nipaf sono tornati nel sito insieme ai tecnici dell’Arpa e a quelli nominati dalla Procura di Roma
Traffico illecito di rifiuti: questa è l’ipotesi di reato che vede indagati Fabio Altissimi, titolare della Rida Ambiente di Aprilia e la stessa società. A firmare il mandato per l’accesso dei carabinieri nell’impianto di via Val Camonica è stata la Procura di Roma, che tramite il Pm Affinito ha dato il via ad alcuni controlli presso l’impianto di trattamento meccanico biologico di rifiuti di Aprilia, un’operazione iniziata mercoledì mattina e che si è protratta per tutta la giornata, fino alle 21.30. Sul posto i carabinieri del Nipaf di Latina, che hanno effettuato un’ispezione dei luoghi a Rida Ambiente, insieme all’Arpa e ad alcuni consulenti tecnici nominati dalla Procura. Il tutto in contraddittorio, ossia alla presenza dei responsabili e di alcuni legali della stessa società. Durante i controlli sono stati prelevati alcuni campioni di rifiuto, sia quelli da portare in discarica, sia quelli destinati al tritovagliatore per la divisione dei materiali, che sono attualmente sotto sequestro e che verranno trasferiti in alcuni laboratori specializzati fuori dalla provincia di Latina.
Contestualmente alle operazioni ispettive sono state effettuate le iscrizioni sul registro degli indagati: Altissimi e la stessa Rida Ambiente per l’appunto, dato che la società dispone di personalità giuridica. L’ipotesi di reato è quella relativa all’articolo 260 del Decreto Legislativo 152 del 2006: traffico illecito di rifiuti.
Nell’impianto di Rida di Aprilia conferiscono i loro rifiuti molti comuni del Lazio tra cui: Albano, Anzio, Aprilia, Ariccia, Bassiano, Cisterna, Cori, Genzano, Lanuvio, Lariano, Latina, Marino, Nemi, Nettuno, Pontinia, Sabaudia, Velletri.