di Menuccia Nardi
Tra le notizie dell’ultima settimana non possiamo dimenticare che alcuni giorni fa è stato il quinto anniversario del pontificato di Papa Francesco. Era infatti il 13 marzo del 2013 quando Jorge Mario Bergoglio, cardinale gesuita proveniente dall’America latina, si affacciò in piazza S. Pietro e conquistò fin da subito la simpatia e l’affetto dei fedeli con la sua spontaneità, espressa in quel semplice “buonasera” con cui salutò la folla che attendeva di conoscere il nuovo Papa.
E oltre alle ricorrenze mi sembra d’obbligo oggi anche un ricordo a Stephen Hawking, l’astrofisico Stephen Hawking, una delle menti più brillanti del nostro secolo, che si è spento all’età di 76 anni a Cambridge. Colpito da SLA all’età di 21 anni, la malattia non impedì alla sua mente geniale di partorire alcune importanti teorie sulle leggi che governano l’Universo, come la radiazione dei buchi neri, nota come “radiazione di Hawking”. Oggi intendo ricordarlo citando una delle sue frasi più celebri:
«Uno, ricordatevi sempre di guardare le stelle, non i piedi. Due, non rinunciate al lavoro: il lavoro dà significato e scopo alla vita, che diventa vuota senza di esso. Tre, se siete abbastanza fortunati da trovare l’amore, ricordatevi che è lì e non buttatelo via».