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Un martedì di primavera, felicità dietro l’angolo…

di Fabiola Di Giacomo

Scommetto che molti di noi, questa mattina, si sono svegliati pensando a che giorno fosse – calendario virtuale davanti agli occhi, prima ancora di aprirli – e a quali fossero gli impegni da sbrigare nelle successive dodici ore circa.

Sono poi convinta che i più romantici hanno messo, solo per un attimo (sia chiaro!), il metronomo degli impegni in stand by così da dedicare un pensiero felice al fatto che, in realtà, più del martedì e dei suoi impegni, oggi sarebbe corretto dare il benvenuto alla primavera che, timidamente, sta cercando di trovare spazio in queste uggiose giornate nelle quali le rondini sembrano non avere (ancora) fatto la loro apparizione.

Sono, infine, certa del fatto che solo gli utenti più incalliti – caffè in una mano e smartphone nell’altra – hanno potuto dedicare uno dei primi pensieri di oggi alla “Giornata Internazionale Della Felicità”.

Ecco, io rientro in quest’ultimo gruppo (fatta eccezione per il caffè!) e, nonostante la perenne pioggia, nonostante le buche del litorale, nonostante sia “solo” martedì e il fine settimana sia ancora lontano, nonostante la millantata scomparsa delle mezze stagioni in contrasto con il solstizio di primavera, insomma, nonostante tutti gli elementi che ci riguardano e che nulla di felice portano con loro, ho pensato fosse giusto dare rilievo a questa – apparentemente frivola – notizia.

La Giornata Internazionale Della Felicità, infatti, è stata istituita dall’Assemblea Generale ONU il 28 giugno 2012 e il suo scopo non è “solo” quello di ricordarci di essere felici, è qualcosa di molto più ampio, è il raggiungimento di un metodo.

L’obiettivo perseguito dalla Nazioni Unite sta nel lanciare un vero e proprio appello alle Istituzioni e alle società civili (quindi, prima di tutto, a noi cittadini del mondo) affinché possa essere elaborato un modello tale da permetterci di vivere in linea con il paradigma ideale della crescita economica e dello sviluppo sostenibile.

In parole povere, come raggiungere la felicità collettiva, come debellare la povertà, come garantire il benessere ai sette miliardi e mezzo di abitanti che popolano questa nostra terra.

Mi rendo conto che, letto così, può sembrare un appello dalla portata troppo imponente per essere accolto dai singoli individui ma sono certa che chi di voi ha intenzione di dare il proprio piccolo contributo potrà iniziare onorando questa giornata e, perché no, tutte quelle a venire.

Per farlo, il mio modesto suggerimento – appreso di recente da uomo molto saggio – è quello di non andare mai a dormire senza esservi chiesti quale sia stato il motivo della giornata per cui sia valsa la pena vivere.

Ecco, nella risposta che darete a voi stessi c’è un po’ di felicità.

Condividetela sorridendo e non vergognatevi di dare spazio a ciò che apparentemente potrebbe risultare frivolo.

Per la cronaca nera, ahimè, c’è sempre tempo.

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