Roma- “L’allarme razzismo è una invenzione della sinistra, gli italiani sono persone per bene, ma la loro pazienza è quasi finita. Io, da ministro, lavoro da 58 giorni per riportare sicurezza e serenità nelle nostre città”. Così il ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha liquidato le polemiche sui sempre più numerosi casi di aggressioni ai danni di stranieri in Italia. Nei giorni scorsi, anche il Presidente della Repubblica aveva espresso la propria preoccupazione per uno scenario da “Far West”.
Ecco l’elenco dei casi di violenza negli ultimi 45 giorni:
Caserta, 11 giugno
Daby e Sekou, due ragazzi del Mali ospiti di una struttura Sprar del Comune, vengono investiti da una raffica di colpi di pistola ad aria compressa sparati intorno alle 22 di sera da una Panda nera. Daby viene ferito all’addome. In questura racconta che i tre aggressori inneggiavano a Matteo Salvini.
Napoli, 20 giugno
Lo chef Konate Bouyagui, maliano di 22 anni, da quattro in Italia con regolare permesso di soggiorno, viene colpito alla pancia da un piombino mentre torna a casa. A sparare due ragazzi a bordo di una macchina. Dopo l’aggressione, il giovane chef dichiara: “Salvini smetta di lanciare messaggi d’odio”.
Forlì, 2 luglio
Una giovane donna nigeriana viene ferita a un piede da un colpo sparato da una pistola ad aria compressa.
Forlì, 5 luglio
Un ivoriano di 33 anni viene colpito alla pancia con una pistola da softair mentre si muove in bicicletta.
Latina, 11 luglio
Due nigeriani di 26 e 19 anni che aspettavano l’autobus a Latina Scalo vengono colpiti con una serie di colpi esplosi da una pistola ad aria compressa da due individui a bordo di un’auto scura. “Sembra chiara la matrice discriminatoria”, commenta il sindaco Damiano Coletta.
Roma, 17 luglio
Una bambina rom di 13 mesi viene colpita alla schiena da un piombino mentre si trova in braccio alla madre. Ricoverata in ospedale, le sue condizioni restano gravi per il rischio di danni alla colonna vertebrale. A sparare un ex dipendente del Senato che, “per provare l’arma”, spara dal suo terrazzo al settimo piano di una palazzina in zona Cinecittà. L’uomo dirà di non aver mirato a nessuno in particolare, e di non essersi accorto che il colpo era andato a segno.
Vicenza, 26 luglio
Un operaio di origine capoverdiana, dipendente di una ditta di impianti elettrici, viene colpito alla schiena mentre è al lavoro su una pedana mobile a 7 metri di altezza. A colpirlo un uomo che spiega ai carabinieri di aver sbagliato mira mentre tentava di prendere un piccione.
Partinico (PA), 26 luglio Un senegalese di 19 anni viene aggredito con calci e pugni mentre lavorava in un bar del centro di Palermo. Gli assalitori avrebbero gridato vari insulti razzisti, invitandolo a “tornare a casa tua”.
Aprilia (RM), 29 luglio Un uomo di nazionalità marocchina di circa 40 anni viene picchiato da due uomini, anche loro di 40 anni, ad Aprilia. I due, convinti che l’uomo stesse per commettere un furto, prima si sono gettati all’inseguimento della sua auto e, dopo averlo buttato fuori strada, l’uomo morirà poco dopo. Attualmente sono denunciati a piede libero con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Moncalieri (TO), 30 luglio L’atleta nazionale italiana Daisy Osakue, di origine nigeriana, e’ stata aggredita da un gruppo di giovani a Moncalieri, mentre rincasava. L’atleta e’ stata colpita al volto ed ora è a rischio la sua partecipazione agli europei di Berlino. Osakue, 22 anni, è una discobola e pesista italiana, primatista italiana under 23 del lancio del disco.
Una striscia di violenza e razzismo che si allunga
Il primo caso che ha aperto la recente striscia di violenza è stato quello di Macerata, lo scorso 3 febbraio. Dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro, Luca Traini semina il terrore in città, sparando all’impazzata verso degli stranieri, ferendone sei.
Il 4 marzo è invece stato ucciso a Firenze il senegalese Idy Diene, colpito da colpi di pistola su Ponte Vespucci da Roberto Pirrone, pensionato 65enne. Pirrone era uscito con l’intento di suicidarsi ma, non trovando il coraggio, ha rivolto i colpi della sua arma contro il migrante che passava vicino a lui in quel momento.
La sera del 2 giugno è stato ucciso Soumayla Sacko, il sindacalista maliano ucciso a colpi di fucile nelle campagne calabresi. Appena 29 anni, una figlia di 5, Soumayla viveva in una baraccopoli a San Ferdinando: quando è stato ammazzato con un colpo alla testa stava aiutando alcuni connazionali a prendere delle lamiere da una fabbrica in disuso. Soumayla nell’Italia che si è scoperta razzista è diventato un simbolo dei diritti dei lavoratori invisibili.
fonte «Agenzia DIRE» «www.dire.it»