Nicola Fratoianni*
“Il ponte crollato a Genova, con le sue nefaste conseguenza, e’ la fotografia della storia degli ultimi 30 anni del nostro Paese. La favoletta raccontata per anni che il privato era meglio del pubblico, i regali elargiti alle grandi aziende che hanno privatizzato i profitti e socializzato le perdite. E i disastri. Mi stupisce che sulle macerie di quel ponte, si sia innescata una guerra furibonda alla ricerca delle responsabilità politiche, che in realtà sono ben distribuite fra tutti i soggetti in campo. Fra chi ha direttamente privatizzato, chi ha concesso beni pubblici a esclusivo appannaggio dei privati, chi non ha controllato, chi come Salvini ha votato per rendere sempre più vantaggiose quelle concessioni, e chi ancora oggi rivendica le ‘privatizzazioni ben fatte’ degli anni precedenti”. “Il crollo di quel ponte quindi e’ innanzitutto una sconfitta culturale pesante, di cui quasi tutti sono stati compartecipi. E i vantaggi di cui tutti parlavano ad oggi ancora non si vedono, in nessuno dei settori privatizzati o dismessi”.
Siamo stati fra i pochi, in tutti questi anni, a continuare a batterci per la nazionalizzazione dei settori strategici per la vita di un paese. Siamo stati fra i pochi, anche nella scorsa legislatura per esempio, a chiedere che le banche venete passassero nelle mani del controllo pubblico (vero, Matteo Salvini?). Siamo stati e siamo fra i pochi a pretendere con forza che Ilva sia nelle mani pubbliche, di modo da risanare i disastri creati dai privati e tenere gli utili a disposizione di tutti i cittadini italiani. Ancora, siamo fra i pochi a prospettare una soluzione pubblica per la drammatica vicenda Alitalia.
E oggi non c’è alcuna altra soluzione possibile a un ritorno chiaro e netto del controllo pubblico diretto, a partire proprio dalle strade e dalle infrastrutture. Bisogna comprendere una volta per tutte che i servizi pubblici essenziali non possono essere la rendita garantita per pochi. La mangiatoia di questi 30 anni deve finire.
*Deputato Liberi e Uguali