Tutto il mondo sta entrando nell’incubo coronavirus, anche i paesi più riottosi ad adottare misure di contenimento stanno cambiando registro. La crescita più evidente dei contagi è in Europa, dove in diversi Paesi si assiste all’escalation iniziata in Italia. La situazione che si sta vivendo il Europa è stata tra i temi al centro della videoconferenza dei leader del G7 in cui è stato concordato di fare tutto il possibile per garantire la crescita. Ai suoi partner, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha anticipato di aver proposto “una restrizione temporanea per tutti i viaggi non essenziali verso l’Ue, per trenta giorni, ma da prolungare se necessario”. Tale blocco, soggetto ad esenzioni per cittadini europei che tornano a casa, ma anche per personale sanitario e ricercatori, ha come obiettivo quello di “non appesantire ulteriormente i sistemi sanitari”, ha spiegato von der Leyen, che ne discuterà con i capi di Stato e di governo convocati per un consiglio straordinario, sempre in video. Ma la decisione è presa, tanto che in serata è stato il presidente francese Emmanuel Macron ad annunciare che la chiusura scatterà da martedì a mezzogiorno.
Sempre più Stati membri però hanno già rinunciato alla libera circolazione interna sancita da Schengen. Così dopo Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania e Germania, anche la Spagna ha sigillato i suoi confini: è il secondo Paese più colpito in Europa, con oltre 9.000 contagi (anche il governatore catalano Quim Torra) e 300 morti. Centomila agenti verranno dispiegati in Francia per piazzarsi ai posti di blocco fissi per attuare le misure coercitive annunciate dal presidente francese Emmanuel Macron. In Francia: spostamenti drasticamente ridotti per 15 giorni e sanzioni per chi non rispetta le regole. “Siamo in guerra”, ha detto il Presidente. Misure draconiane simili a quelle italiane si stanno adottando anche in Svizzera.
Mentre in Germania la cancelliera Angela Merkel ha spiegato che parlamento e Laender hanno varato “misure straordinarie ma necessarie” per ridurre i contatti sociali. La ricca Baviera ha dichiarato lo stato di calamità ed è praticamente chiusa.
Cresce l’allarme anche in Gran Bretagna: il brusco aumento delle infezioni da Covid-19 ha convinto il Governo ad abbandonare la linea irresponsabile adottata finora, tanto che Boris Jonson ha raccomandato lo stop di tutti i viaggi non necessari, il lavoro da casa e la rinuncia ai contatti sociali, incluse le ‘istituzionali’ bevute al pub.