Non è tregua in Forza Italia. Ora la battaglia tra ‘ronzulliani’ e ‘governisti’ continua sui sottosegretari e i vice ministri: numeri alla mano, i berluscones contano di ottenere 7-9 caselle dall’alleato Giorgia Meloni. Il braccio di ferro è uscito allo scoperto con l’intervista a ‘Repubblica’ dell’uomo emergente di FI Giorgio Mulè, che ha sollevato il caso del ‘doppio incarico’ di Antonio Tajani e Annamaria Bernini, promossi ministri e ancora ai vertici del partito. Il vicepresidente della Camera ha posto la questione della opportunità di dimettersi, rispettivamente da coordinatore nazionale e ‘vice’. Una mossa che ha fatto emergere le tensioni e la lotta di potere tra le due correnti forziste. Sullo sfondo, raccontano, ci sarebbe la futura gestione del partito. Secondo alcuni azzurri le parole di Mulè, considerato un ‘indipendente’ (in ottimi rapporti con Ronzulli), sarebbero una sorta di avviso a chi per ora fa orecchie da mercante, un messaggio rivolto soprattutto al tandem Tajani-Bernini: della serie, per la trattativa sui sottosegretari non giocate una partita solitaria. Per la partita dei sottosegretari, Silvio Berlusconi avrebbe indicato alcuni nomi, da lui considerati irrinunciabili per l’ingresso nella squadra di Palazzo Chigi. Esponenti storici di Fi, alcuni dei quali rimasti fuori dal Parlamento alle elezioni del 25 settembre.