HomeAttualitàNazionaleGoverno, Maxi rottamazione delle cartelle esattoriali da 120 rate

Governo, Maxi rottamazione delle cartelle esattoriali da 120 rate

 Circa il 40% del debito pubblico nazionale è fatto di tasse non pagate 

Primavera difficile per il governo Meloni tra ipotesi rottamazione, taglio tasse e la necessità di fare quadrare i conti pubblici che non sembrano migliorare. A metà del mese prossimo sono attesi i risultati della verifica della commissione tecnica istituita dal Mef sul maxi stock da 1.275 miliardi di cartelle esattoriali non riscosse, di un’evasione fiscale da record. La commissione è stata chiamata a passare in rassegna il magazzino di crediti, selezionare quelli impossibili da riscuotere, perché appartenenti a soggetti decaduti per esempio, quelle che è possibile gestire (e qui è rispuntata l’ipotesi di cartolarizzazione) e quelle eventualmente da rottamare. La decisione, terminata la requisitoria tecnica, sarà, come ovvio, squisitamente politica: accontentare chi non ha pagato le tasse oppure far rispettare la legge facendo pagare il dovuto magari senza gli interessi di mora. I tecnici sono chiamati anche a formulare proposte per evitare l’implacabile accumulo di debiti con il fisco che solo nell’ultimo anno ha segnato un incremento di 69 miliardi passando dai 1.206 a fine dicembre 2023 a appunto 1.275 al 31 dicembre 2024.

Dopo questa analisi sarà più chiaro il quadro per il confronto sul pressing della Lega per un vero condono, che per dare meno nell’occhio, chiamano “pace fiscale” da pagare in 10 anni con 120 rate, da attuare in primavera con un decreto o una legge ad hoc per dare l’imprimatur della maggioranza ad un progetto che è già messo nero su bianco in due progetti gemelli del Carroccio presentati alla Camera e al Senato rispettivamente dei parlamentari Gusmeroli e Romeo.

Intanto Forza Italia spinge per dare priorità al taglio delle tasse ai redditi almeno fino a 50mila euro riducendo l’aliquota centrale dal 35% al 33%. Le risorse sono scarse. La pace fiscale ipotizzata dalla Lega in versione ‘light’ potrebbe costare circa 2 miliardi mentre nella sua versione più estesa, ovvero per 10 milioni di contribuenti con cartelle pendenti, costerebbe circa 5 miliardi, che andrebbero sottratti ad altri capitoli del bilancio. Il taglio Irpef sostenuto da Fi costerebbe invece 2,5 miliardi se si fermasse ai redditi fino a 50mila euro, l’onere salirebbe a 4 miliardi se si spingesse fino al tetto dei 60mila euro.

Incentivo ad evadere. Questa volta una rottamazione davvero straordinaria perché riguarderebbe anche le cartelle future. Quelle degli evasori che verranno. Non parliamo di aiuti a chi non ce la fa a pagare e magari chiede una rateizzazione, ma di un ennesimo condono, più di 20 in due anni di governo, un incentivo indiretto a evadere.

A pagare rimarranno, lavoratori autonomi onesti, lavoratori dipendenti e i pensionati, i soli che oggi garantiscono il mantenimento dei servizi essenziali, dalla sanità pubblica alla scuola. Perché tra rottamazioni, concordati e condoni nelle casse dello stato è entrato ben poco, ma il messaggio si contribuenti è  chiaro: non pagare le tasse conviene.

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Claudio Pelagallo
Claudio Pelagallohttp://www.inliberauscita.it
Giornalista pubblicista, iscritto all'albo Nazionale dal 1991. Ordine Regionale del Lazio. Ha collaborato come corrispondente con diverse testate: Il Messaggero, Il Tempo, Il Corriere dello Sport, La Gazzetta di Parma. Direttore responsabile Inliberauscita

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