Colpire l’economia dell’Europa per avvantaggiare quella americana, sembra questa l’intenzione del governo USA.
Il presidente americano Donald Trump ha annunciato ufficialmente l’introduzione di una nuova tariffa del 25% su tutte le automobili e i camion prodotti fuori dagli Stati Uniti, in una mossa che potrebbe ridisegnare drasticamente il mercato dell’auto globale e scatenare nuove tensioni commerciali in tutto il mondo. Mettendo in crisi il mercato dell’auto.
Le nuove tariffe entreranno in vigore il 2 aprile e si applicheranno anche ai marchi americani che producono i loro veicoli all’estero. La misura, ha spiegato Trump in una dichiarazione dall’Ufficio Ovale, ha l’obiettivo di riportare la produzione automobilistica sul suolo statunitense e stimolare nuovi investimenti industriali negli Stati Uniti.
Ma l’entusiasmo della Casa Bianca si scontra con le preoccupazioni degli analisti e dell’industria: l’aumento dei costi, l’impatto sulle catene di fornitura e le probabili ritorsioni da parte dei partner commerciali rischiano di colpire duramente consumatori e produttori.
I dazi saranno applicati ai veicoli prodotti in tutti e 26 gli stati Europei, anche all’Italia quindi, nonostante la profonda stima mostrata dal governo italiano al presidente Trump.
Secondo le stime, quasi la metà dei veicoli venduti negli Stati Uniti è importata, e l’aumento dei dazi potrebbe far lievitare il prezzo di un’auto nuova anche di 10.000 dollari.
Ieri Wall Street ha mostrato i primi segni di agitazione: Dow Jones ha chiuso a -0,31% (42.453,37 punti), Nasdaq -2,04% (17.899,01 punti) e S&P 500 a 1,12% (a 5712,18 punti). Bilancio negativo anche per la maggior parte delle azioni delle case automobilistiche, in media in perdita del 2%, con General Motors e Stellantis proprietaria di Jeep e Chrysler, che vanno oltre il 3%. Ma Trumo non si mostra preoccupato: “Se la caveranno”.