Umiliazione coloniale o genocidio?
L’ultimatum disumano è stata la premessa, nella conferenza stampa alla Casa Bianca dell’altro ieri, all’illustrazione del cosiddetto “Piano Trump” per Gaza. È il segno dei tempi e la misura della decadenza morale delle classi dirigenti del civilissimo Occidente. È l’epitaffio al diritto internazionale.
È stato ignorato dai ‘responsabili’ governi europei. Troppo imbarazzante. Ma è il punto, implicito, l’unico davvero spendibile, per motivare il sostegno al riavvio ufficiale del dominio coloniale sul territorio palestinese, oltre che di Israele, anche dei familiari “protettori” britannici, supervisionati da Washington e affiancati dai complici arabi e turchi. Realpolitik. Così sdegnosamente respinta per l’Ucraina, qui impera.
Nel merito, stravince Israele: rimane lì a tempo indeterminato, autorizzata a portare a termine il “lavoro sporco” quando i fari dell’opinione pubblica internazionale saranno meno intensi e troverà un pretesto. Intanto, continua a ingabbiare i gazawi. In tale quadro, il popolo palestinese potrebbe soltanto beneficiare dello smantellamento di Hamas, decapitata e policefala, strutturalmente inaffidabile. Poi, ovviamente, ci sono gli affari per tutti: la ricostruzione da fare (anche per le nostre imprese edili), i servizi essenziali da gestire, i giacimenti di gas e di petrolio da sfruttare nello specchio di mare di fronte a Gaza sigillato dal blocco navale di Tel Aviv.
Ma la questione decisiva è quello che non c’è nei 20 punti dell’infame ultimatum: 1) in Cisgiordania, i coloni assassini, coperti e sostenuti dai governi di Tel Aviv, che fanno? Vanno avanti? Si fermano? Si ritraggono? 2) i responsabili politici e militari del genocidio vanno a processo all’Aia? Pagano? Oppure, il male assoluto viene normalizzato e tra qualche mese riceveremo Netanyahu con il tappeto rosso a Palazzo Chigi?
Domande retoriche, ovviamente. Ma si può scegliere il genocidio?
Ps: la nostra Presidente del Consiglio chiede al Parlamento italiano un voto a sostegno dell’ultimatum di Trump. Chiede anche senso di responsabilità alle opposizioni. Ma il Governo si impegna a riconoscere lo Stato palestinese, a sanzionare i coloni assassini in Cisgiordania e applicare le disposizioni della Corte penale internazionale sui carnefici israeliani?
Stefano Fassina