Dopo l’abbordaggio in acque internazionali e l’arresto dei volontari della missione Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano, già dal 25 settembre, è in viaggio verso le coste di Gaza un altro gruppo di barche sotto il nome di Freedom Flotilla Coalition, che solca i mari da 18 anni per promuovere i diritti dei palestinesi, e in collaborazione con Thousand Madleen.
La nuova missione è composta da 9 navi totali partite dai porti di Otranto e Catania, con il programma di ricongiungersi a Creta – l’incontro è avvenuto qualche giorno fa – per portare nella Striscia un centinaio di persone tra medici, infermieri e giornalisti.
Con il trasporto di giornalisti e infermieri, l’idea alla base di questa nuova missione non è solo la consegna degli aiuti umanitari ma anche quella di riportare a Gaza due diritti fondamentali: salute e informazione, messi a tacere dall’inizio di questa occupazione illegittima. Secondo quanto dichiarato da Michele Borgia, portavoce della Freedom Flotilla a Il Fatto Quotidiano, l’intenzione è quella di trasportare «non solo 18 tonnellate di aiuti umanitari ma persone. L’idea è che dicendo “non portiamo solo sacchi di farina ma anche decine di medici” Israele decida di non creare problemi. Perché quando queste persone verranno arrestate i governi dovranno necessariamente intervenire».