Caos OEPAC ad Ardea, minoranza all’attacco: errori grossolani in delibera

Emergenza è stata creata dall’Amministrazione Cremonini

Si è svolta ieri pomeriggio, l’assemblea pubblica convocata dai consiglieri di opposizione ad Ardea sul caos del servizio di assistenza scolastica per alunni e alunne con disabilità (OEPAC) prodotto dalla delibera approvata dalla giunta lo scorso 27 dicembre.

L’incontro ha visto una folta partecipazione di pubblico nonostante si sia svolto al freddo, nel piazzale accanto alla sala consiliare perché il presidente Francesco Giordani non ha concesso l’uso dell’aula.“Una decisione gravissima – commentano i consiglieri di Ardea Domani, PD, M5S – che non solo mostra lo scarso senso istituzionale della destra al governo della città, ma anche quanto l’Amministrazione Cremonini e il Presidente Giordani abbiano a cuore la questione. È chiaro che il Presidente è venuto meno al suo ruolo di garante anche dei diritti della minoranza: a nulla valgono le spiegazioni sul rispetto delle tempistiche per la richiesta di utilizzo dell’aula: qui ci troviamo di fronte ad una questione di massima urgenza. Il Presidente dovrà spiegarci anche perché la scorsa settimana i consiglieri di maggioranza hanno potuto organizzare all’ultimo minuto una riunione pubblica utilizzando l’aula”.

Sotto accusa, da parte dei consiglieri comunali di opposizione anche la mancata convocazione del consiglio speciale richiesto oltre una settimana fa, proprio per analizzare la situazione e proporre soluzioni.

Il momento più importante della riunione di ieri, però, è stata la lettura della delibera del 27 dicembre, atto che contiene numerosi errori e che si basa su un’interpretazione della durata del contratto di appalto che, allungando gli anni da 6 a 7, di fatto ha prodotto la convinzione – errata – che il monte ore e il budget dell’appalto non bastassero a garantire il servizio, neanche a fronte dell’aumento del 20%.

“In sostanza – commentano i consiglieri Vita, Martinelli, Mari, Tedesco, Rossi e Caratelli – il contratto di appalto stabilisce che la durata sia di 72 mesi, che equivalgono a 6 anni. Quando il contratto è stato firmato, infatti, il dirigente ha stanziato per ogni annualità, in bilancio, 850mila euro, ovvero il valore dell’appalto diviso 6. Ora, invece, i funzionari del Comune con la delibera del 27 dicembre intendono i mesi di contratto come mesi di servizio effettivo, senza considerare quindi quelli estivi (luglio e agosto), in cui il servizio non viene svolto. In questo modo, però, la durata dell’appalto aumenta da 6 a 7 anni e le ore totali di servizio vengono diluite. Così, se dividendo per 6 annualità, le ore di servizio sono 37mila circa per ogni anno, dividendo per 7 le ore scendono a circa 31mila. E non bastano a coprire il fabbisogno (circa 46mila ore ogni anno), neanche con l’aumento del 20%”.

I consiglieri di minoranza, ieri, hanno mostrato chiaramente, però, che tornando a considerare 6 gli anni di appalto, tutti i conti rientrano. L’aumento del numero di bambini che usufruiscono del servizio può esser affrontato semplicemente aumentando del 20% ore e valore dell’appalto, misura prevista dallo stesso contratto con l’azienda che gestisce il servizio e peraltro già decisa dalla Giunta con la stessa delibera del 27 dicembre.

“La cosa assurda di questa vicenda – continua la minoranza – è che è stata la stessa Amministrazione ad aver di fatto prodotto una situazione emergenziale, che nella realtà – al momento – si può gestire senza tagliare ore di servizio e produrre situazioni di disagio”.

I consiglieri hanno poi puntato il dito contro le modalità con cui l’Amministrazione Cremonini ha gestito tutta la vicenda: “Come è stato possibile che nessuno si sia accorto prima che gli utenti aumentavano e le ore previste dall’appalto potevano non bastare? Cosa ha fatto l’Amministrazione da settembre (quando il problema è emerso) a fine dicembre? Perché tagliare le ore prima di risolvere il problema, con tutti i disagi conseguenti? Perché comunicare a scuole e azienda i tagli alle ore di servizio il venerdì pomeriggio per il lunedì mattina? Perché, infine, il Comune non ha già nella propria disponibilità il numero esatto di utenti e ore e oggi lamenta che le scuole non li abbiano inviati?”.

Nel corso dell’assemblea di ieri, i consiglieri di Ardea Domani, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono tornati quindi a chiedere la convocazione immediata del Consiglio comunale straordinario richiesto già più di una settimana fa e la rettifica della delibera del 27 dicembre, che basterebbe a ripristinare il servizio così come è stato svolto fino a fine 2023, garantendo così la continuità educativa ad alunni e alunne con disabilità e al personale impiegato.