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8 marzo, il ruolo delle donne durante e dopo la guerra. Adele Di Consiglio si commuove: “Cosa abbiamo sofferto”

8 marzo, il ruolo delle donne durante e dopo la guerra.

Adele Di Consiglio si commuove: “Cosa abbiamo sofferto”.

Il sindaco: “Favorevole alla revoca della cittadinanza a Mussolini, decide il Consiglio comunale

“È stato un modo diverso di celebrare l’8 marzo, ascoltando la storia di una donna alla quale venne portata via la famiglia solo perché ebrea. Una donna costretta a crescere da sola con difficoltà che oggi possiamo solo immaginare”. Lo ha detto il sindaco, Aurelio Lo Fazio, concludendo l’incontro sul ruolo delle donne durante e dopo la guerra. “Ringrazio Adele Di Consiglio che a 92 anni è memoria vivente di quelle barbarie, la nipote Grazia e la giornalista con Anzio nel cuore, Barbara Palombelli, per la loro partecipazione. Abbiamo voluto inserire l’evento tra quelli per ricordare lo sbarco proprio per sottolineare il ruolo avuto dalle donne nel periodo bellico e in quello della ricostruzione”.

Il sindaco ha poi affrontato il discorso relativo alla cittadinanza onoraria a Mussolini e le recenti polemiche: “Sono favorevole alla proposta di revocare la cittadinanza onoraria, così come stanno facendo numerose amministrazioni, ma la decisione è nelle mani del Consiglio comunale. Ho apprezzato la proposta dell’Associazione nazionale partigiani di Anzio e Nettuno risalente al 2018 ed ho preso atto di quella riproposta in questi giorni dal Pd. Questo credo possa consentire di proporre una benemerenza ad Adele Di Consiglio e di farla accettare a Edith Bruck che rimandò al mittente l’invito a ritirare un premio, dopo la decisione del Consiglio comunale che non concesse l’annullamento della cittadinanza a Mussolini. Molti – ha aggiunto Lo Fazio – ci hanno invitato a occuparci delle cosiddette ‘cose serie’, cioè dei problemi della città, quelli enormi lasciateci in eredità. Sappiano che lo stiamo facendo e che affrontare il discorso della cittadinanza onoraria non distoglie l’attività dell’amministrazione da quello che quotidianamente si sta facendo”.

Presente all’incontro anche la presidente delle Comunità ebraiche in Italia, Noemi Di Segni.

Nel suo intervento Adele Di Consiglio ha detto, anche commuovendosi a tratti: “Ricordo quando siamo andati via da Anzio, c’erano i bombardamenti e siamo tornati a Roma, nessuno immaginava quello che sarebbe successo. In due vennero due a prendere mio padre… Abbiamo sofferto molto”.

La nipote, Grazia: “Sento di essermi salvata, anche se non ho vissuto quegli anni dai racconti sentiti in famiglia so di essere una sopravvissuta. Quando presero i nostri parenti ci furono dei delatori, come accadeva all’epoca, i bambini si salvarono perché il cuoco di un ristorante disse che erano suoi figli. Per anni si è vissuto con la paura, erano stati venduti e temevano che potesse accadere ancora”.

Barbara Palombelli ha sottolineato che: “Studiare la storia e coltivare la memoria è fondamentale, qui ad Anzio c’è la testimonianza di chi ha perso la vita a 17, 18 e 19 anni per darci la libertà. Il racconto di Adele è comune ai tanti della comunità ebraica, alle loro sofferenze, a chi deve la vita ai giusti di Israele”.

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