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Ufficio Anagrafe del Comune di Anzio, un equilibrio necessario tra regole e buonsenso

Nel mondo moderno, le regole sono fondamentali per mantenere l’ordine e la coesione sociale. Tuttavia, il buon senso gioca un ruolo altrettanto cruciale nel garantire che queste regole siano applicate in modo equo e umano. Ma qual è la differenza tra regole e buon senso, e come possono coesistere armoniosamente? Le regole sono linee guida stabilite da Autorità competenti per regolare il comportamento umano. Esse sono essenziali per garantire la sicurezza, la giustizia e l’ordine. Ad esempio, le leggi sul traffico sono progettate per prevenire incidenti e garantire che tutti possano viaggiare in sicurezza. Senza regole, la Società cadrebbe nel caos, poiché non ci sarebbero standard condivisi per il comportamento. Il buon senso, d’altra parte, è la capacità di giudicare correttamente e di agire in modo ragionevole in situazioni quotidiane. È una qualità innata che ci permette di prendere decisioni basate su esperienza, intuizione e comprensione delle circostanze. Ad esempio, sebbene una regola possa imporre di non attraversare la strada fuori dalle strisce pedonali, il buon senso ci suggerisce di farlo se non ci sono auto in vista e attraversare è sicuro. L’interazione tra regole e buon senso è cruciale per una società equilibrata. Le regole forniscono una struttura, ma il buon senso permette di applicarle in modo flessibile e umano. Ad esempio, un medico potrebbe dover infrangere una regola per salvare una vita, utilizzando il buon senso per giustificare la sua decisione.

Banalissimi ragionamenti, su cui dovrebbe porre la prescritta attenzione anche chi opera all’interno dell’Ufficio Anagrafe del Comune neroniano, nelle cui segrete stanze si continua a gestire il Servizio Pubblico come se fosse proprietà privata. E qui mi corre l’obbligo di spiegare i motivi di tale affermazione. Come saprà la maggioranza dei gentili lettori, il rilascio della carta di identità elettronica implica una determinata tempistica, che viene indicata nel momento in cui sul portale del Ministero degli Interni viene effettuata la prenotazione. Ci sono però casistiche in cui, per comprovate esigenze, si può chiederne il rilascio anticipato. A tal fine, dovrà essere compilata apposita autocertificazione con allegata documentazione attestante la sussistenza di una delle seguenti condizioni di urgenza previste dalla legge, che sono:

– Motivi di salute: documentazione idonea ad attestare il motivo d’urgenza;

– Motivi di viaggio: biglietti di viaggio; prenotazione alberghiera e/o qualsiasi altro tipo di documentazione che attesti l’imminente viaggio;

– Partecipazione a gare/appalti/concorsi pubblici: documentazione in autocertificazione attestante tale situazione;

– Iscrizione a Scuole o Università: documentazione in autocertificazione relativa all’iscrizione;

– Furto o smarrimento (in assenza di altri documenti validi e solo per i cittadini maggiorenni): denuncia di furto o smarrimento, presenza di due testimoni muniti di documento di riconoscimento.

Queste sono le regole. Poi, può sempre capitare che si presentino casistiche non ricorrenti, come quella che vi sto per descrivere, per il cui approccio occorrerebbe invece applicare il buon senso. Un titolo che se non si possiede per natura, non si acquisisce nell’arco di una mezza giornata. Il fatto: accade che una nostra concittadina che ha richiesto ad inizio anno il rilascio della CIE, il 9 febbraio 2025 inoltra alla Responsabile dell’Ufficio Anagrafe a mezzo PEC, l’istanza di anticipare l’appuntamento previsto per le ore 09.45 del 25 giugno c.a., in quanto la Banca presso cui ella intrattiene il conto corrente minaccia di bloccarlo, se entro il termine di due mesi non provvederà a sostituire il documento di identità in fase di scadenza con uno in corso di validità. Nessun riscontro si riceve sia a livello di posta elettronica (ricordo che esiste l’obbligo legale di risposta), tantomeno si riesce a raggiungere telefonicamente la numerazione dedicata per acquisire qualche informazione.

A proposito di questo ultimo punto, corrisponde al vero il fatto che i telefoni hanno suonerie diverse? Una per le chiamate esterne, alle quali nessuno osa rispondere. E un’altra per quelle interne? Ma riavvolgiamo il nastro e riprendiamo il racconto. Il 21 maggio u.s. la nostra sfortunata protagonista (involontaria), subisce il blocco del conto corrente bancario! Appena accortasi del problema, invia nuova PEC all’Ufficio, chiedendo l’anticipo dell’appuntamento. L’incredibile risposta che ottiene verbalmente da un’impiegata è la seguente: la Dirigente ha letto la mail, ma i motivi esposti non sono tanto validi da giustificare la richiesta! Al signor Sindaco di Anzio e a chi mi onora del suo interesse, pongo un semplice quesito: attraverso quali mezzi economici la suddetta dovrebbe sostentarsi, dal momento in cui sia il bancomat che la carta di credito sono bloccati? E chi dovrebbe occuparsi e con quali modalità del pagamento delle varie utenze e/o spese generiche sino al 25 giugno 2025, data in cui si presume acquisito il possesso del nuovo documento di identità? Si resta in attesa di un responso da parte degli interessati, sperando in un benevolo intervento dell’Istituto di Credito, che, fidandosi della ricevuta di prenotazione trasmessa loro dalla cliente, conceda una proroga.

Eduardo Saturno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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