Per anni il comitato di cittadini si è opposto a quella ennesima gettata di cemento su questo un pezzo di prato. Autorizzata nel 2004 dal piano regolatore voluto dall’amministrazione De Angelis. Poi sono arrivate le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che davamo ragione a chi voleva costruire, e infine, la conferenza dei servizi in Regione, che ha dato delle prescrizioni, tra queste quella della riduzione dei piani da 6 a 4. Quella che segue e la lettera sfogo di chi per anni si è opposto alla colata di cemento: Giancarlo Scatassa.
“Non poteva non succedere e infatti è successo! Tutto ha inizio con la scelta scellerata dell’Amministrazione comunale di Anzio di inserire nel nuovo Piano Regolatore generale approvato nel 2004 una diversa destinazione d’uso per Bambinopoli, da verde pubblico attrezzato a zona di edificazione. Bambinopoli è un lotto di terreno di circa 1800 mq. ubicato in pieno Centro Storico, dall’ immediato dopoguerra luogo di svago e di pratica sportiva, un simbolo importante (una sorta di Monumento) della rinascita del paese dopo gli orrori della guerra, nel tempo rimasto l’ unico polmone di verde nel mare di cemento circostante, con traffico veicolare e pedonale caotico per la presenza di Scuole, di un Ospedale Militare e poi della sede dell’Amministrazione Comunale.
C’era da giurare che la vocazione a verde pubblico di Bambinopoli non avrebbe subito variazioni, invece intervenne la scelta a zona edificabile e,naturalmente, la conseguente presentazione ed approvazione di un progetto per la realizzazione di un due enormi fabbricati di 6 piani per un totale di 60 appartamenti.
L’ impegno costante di un gruppo di cittadini con ricorsi vari anche presso la Magistratura Amministrativa ha determinato l’ annullamento da parte del Comune del provvedimento di autorizzazione e quindi impedito per oltre dieci anni che il progetto vedesse la luce, ma la norma che consentiva l’ edificazione era sempre vigente, le forze politiche non avevano in programma alcuna iniziativa riparatoria e quindi prima o poi le ruspe avrebbero fatto il loro trionfale ingresso nel lotto.
E infatti nel 2022 ha inizio l’ iter procedurale di un nuovo progetto che si è concluso dopo quasi tre anni, a seguito delle modifiche apportate per recepire i pareri di rito delle Amministrazioni statali interessate e per renderlo conforme alle sentenze della Magistratura Amministrativa, con la pubblicazione in questi giorni di una Determina dell’ Ufficio Tecnico del Comune di Anzio,con lai quale si autorizza la costruzione sul lotto in questione di 2 palazzine di 4 piani per un totale di 44 appartamenti.
Quindi dopo oltre 10 anni di lotta dei cittadini volenterosi avremo un edificio di dimensioni ridotte, con la metà degli appartamenti previsti nel primo progetto, con qualche albero al posto dei pini e dei platani a suo tempo abbattuti con inaudita violenza, un colore degli intonaci più conforme all’ ambiente circostante.
Siamo soddisfatti? Assolutamente no, perché avremmo voluto che si continuasse a fruire dell’ ultimo polmone di verde del Centro Storico in mezzo al cemento, a vedere mamme e bambini soggiornare in un luogo ameno, ad ammirare i meravigliosi tramonti della riviera di ponente.
Invece saranno felici coloro che hanno venduto a suo tempo il terreno realizzando profitti notevoli, coloro che venderanno gli appartamenti, coloro che li compreranno perché godranno di una vista impareggiabile. Una sconfitta,la nostra, che si accompagna a quella indubbia e ben più significativa di tutta la classe politica locale, che dovrebbe tutelare gli interessi della collettività e non dei singoli. Ma così va il mondo!.
Questa sera volgeremo ancora una volta lo sguardo su quel simbolo della nostra identità, destinato presto a sparire e diremo “Addio, vecchio, caro Bambinopoli. Ti ricorderemo sempre perché da ragazzini, sono trascorsi tanti,tanti anni, proprio sul tuo verde prato abbiamo sognato la nostra città con tanto verde e meno cemento. Ma così non è stato ”.