Ricorso rigettato dalla Corte di Cassazione nel processo a carico di due uomini: R. P. 51enne di Nettuno e A.N. 33enne di Roma, che erano imputati perché ritenuti responsabili di una rapina a mano armata commessa il 22 febbraio 2014 a Viterbo.
In particolare, i supremi giudici hanno confermato la condanna della Corte d’Appello di Roma – che a sua volta aveva sposato la tesi del Tribunale di Viterbo -, che vedeva entrambi destinatari di alcuni anni di reclusione per rapina aggravata in concorso, ricettazione in concorso, porto di arma da fuoco e detenzione di munizioni: per il romano, dunque, resta la pena a sei anni di reclusione e a 1.400 euro di multa, mentre per il nettunese è stata ribadita la condanna a cinque anni, otto mesi e venti giorni di reclusione, oltre a 1.200 euro di multa.
I fatti: I due rapinatori giungono su una Renault Clio bianca, rubata a Pontinia. Passamontagna sul volto e armi in pugno, fanno irruzione nel Lidl al Barco. La scacciacani in una mano. Nell’altra, una pistola vera col colpo in canna. La puntano alla testa di una delle tre cassiere. Le urlano contro: “Dacci i soldi”. Ma la ragazza, in preda al panico, è troppo lenta. Alla fine i malviventi riescono a racimolare tremila euro, e prima di uscire dal supermercato di via Ippolito Nievo esplodono un proiettile. Fortunatamente in aria. Un colpo perfetto, studiato nei minimi dettagli da due professionisti della rapina. Ma due carabinieri del Norm, in borghese e liberi dal servizio.
I ricorsi dei due uomini sono stati ritenuti inammissibili dalla Corte.