Nettuno- Cassazione, confermato il sequesto dei beni dell’ex comandante dei vigili urbani Tomassetti

Giorgio Tomassetti

Confermato il sequestro dei beni di Giorgio Tomassetti ex comandante dei vigili urbani di Nettuno.  Tomassetti è accusato insieme ad altre sei persone di truffa ai danni del Comune, per quasi mezzo milione di euro. La Corte di Cassazione a cui si erano rivolti i legali dell’ex comandante, ha rigettato il ricorso contro il provvedimento che impone i sigilli a immobili, auto e quote societarie fatti apporre lo scorso 3 ottobre dal Gip di Velletri. Un sequestro preventivo fino alla concorrenza 474.290 euro. Un provvedimento enmesso dal Gip a carico di Tomassetti e dei titolari della “Promur”, la società incaricata della gestione dei parcometri istallati per la sosta a pagamento sulle strisce blu. Secondo gli inquirenti, tra il 2004 e il 2009, la “Promur” avrebbe incassato i proventi delle multe prima che queste venissero incasssate dal comune come previsto dal contratto. La Magistratura sospetta che le parti in causa abbiano sottratto illegittimamente denaro alla casse comunali attraverso la liquidazione alla Promur di multe non riscosse, quando l’appalto prevedeva il versamento di una percentuale alla stessa società solo per quanto riguardava le sanzioni incassate.  Irregolarità evidenziate dalla Guardia di Finanza  su mandato della Procura della Repubblica di Velletri.

Ma le grane con la giustizia dell’ex comandante non si esauriscono in quel di Nettuno. Tomassetti infatti è indagato anche da un’altra Procura della Repubblica, quella di Nocera Inferiore dove il PM Roberto Lenza ha hiesto il processo per il responsabile della Polizia Locale di Nocera Superiore, Giorgio Tomassetti, coinvolto con il dipendente comunale Giuseppe Sorrentino in una storia di falsi e favori. Sempre nel comune vesuviano, l’anno prima Tomassetti era stato coinvolto anche in un altra inchiesta in cui  erano indagate diciotto persone, tra le quali anche dipendenti comunali, con l’intera commissione esaminatrice al centro dell’inchiesta, di cui Tomassetti era presidente.  Con l’accusa di aver in qualche modo falsato le modalità per scegliere i 14 rilevatori per il Censimento 2011 della popolazione.