[sg_popup id=”106217″ event=”inherit”][/sg_popup]RIFIUTI: TERRENI USATI COME DISCARICHE IN PROVINCIA LATINA E ROMA, 23 INDAGATI Finto compost sversato nelle campagne da azienda produttrice Roma, Terreni usati come discariche per sversare rifiuti. E quanto emerso dall’operazione ‘Smokin fields’ coordinata dalla Procura di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato questa mattina a numerosi sequestri e perquisizioni, nelle province di LATINA, Roma, Frosinone e Napoli, per traffico illecito di rifiuti. Inoltre ventitré persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Le indagini hanno preso il via nel 2014 a seguito degli esposti di numerosi comitati presenti nel comune di Pontinia legati all’emissione di miasmi maleodoranti provenienti, in particolare, da un’azienda produttrice di compost. Le indagini, condotte per mesi dalla Polizia Stradale di Aprilia e Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale-Nipaaf, del Gruppo carabinieri di LATINA, anche con l’aiuto di videoriprese dall’elicottero, telecamere di rilevazione geotermica, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di appurare che il materiale prodotto dall’azienda non poteva qualificarsi come compost bensì come rifiuto e che questo veniva sparso in diversi terreni, a volte anche scavando profonde buche con delle ruspe. Gli sversamenti avvenivano non solo in zone vicine all’azienda stessa ma anche in terreni agricoli in provincia di Roma. Si è accertato inoltre che parte del materiale veniva interrato presso una discarica, sempre della provincia di Roma, proprio per nascondere la cattiva qualità del prodotto. I sequestri riguardano tre aziende attive nel campo della gestione di rifiuti, due in provincia di LATINA e una in provincia di Roma; una discarica di proprietà di una società di Roma; quattro appezzamenti di terreno, due nel comune di Pontinia e due nel comune di Roma; 10 mezzi tra autocarri, trattori, semirimorchi, escavatori. E stato disposto inoltre il sequestro preventivo, anche per equivalente, del profitto del reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti quantificato in più di 1 milione di euro nei confronti di tutti gli indagati coinvolti. Nell’operazione sono state eseguite sette perquisizioni, sia domiciliari che presso laboratori di analisi nelle province di Roma, Frosinone e Napoli. I reati contestati sono per tutti gli indagati concorso in traffico illecito di rifiuti e per alcuni di loro, anche il falso ideologico in atto pubblico nella predisposizione di certificati di analisi, abbandono di rifiuti e discarica abusiva, e infine l’intralcio all’attività di vigilanza e controllo ambientale. Per le aziende inoltre viene contestato l’illecito amministrativo da reato, in quanto il reato di traffico illecito di rifiuti è stato commesso nell’interesse e a vantaggio delle società coinvolte. Il procuratore facente funzioni di Roma, Michele Prestipino, con gli inquirenti hanno spiegato che il danno ambientale è enorme: “Nei terreni in cui è stato interrato il finto compost sono piantati anche olivi e granturco e sono attigui ad altre piantagioni: il rischio che tramite le falde acquifere questo materiale possa aver inquinato le coltivazioni c’è ed è reale”
(Asc/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222