Duplice omicidio di Cecchina, rinvio a giudizio per la vigilessa figlia di un generale

Ausonia Pisani

L’ex vigile urbano Ausonia Pisani e Sante Fragalà sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di concorso in duplice omicidio e tentato di omicidio in relazione alla sparatoria avvenuta il 29 maggio dello scorso anno a Cecchina di Albano Laziale. Lo ha stabilito il Gup di Roma, Pier Luigi Balestrieri, che per gli stessi fatti ha assolto altri due imputati che avevano optato per il rito abbreviato. Le accuse sono cadute nei confronti di Pietro Cutuli per il quale era stata sollecititata una condanna a 16 anni di reclusione e Agatino Mascali per il quale il pm aveva chiesto 14 anni. Il processo per Pisani, figlia di un generale dei carabinieri, e Fragalà è stato fissato per il prossimo 12 novembre davanti alla Corte D’Assise. La vicenda risale allo scorso anno: in una sparatoria rimasero uccisi il marocchino Rabii Baridi e Fabio Giorgi, gravemente feriti Marco Paglia e Paolo Paglioni. Secondo l’accusa Fragalà e Pisani, insieme a Mascari, entrarono nella villetta di Marco Paglia dove era in corso la riunione di un gruppo di persone per discutere, secondo l’accusa, di un traffico di stupefacenti. Secondo la ricostruzione degli investigatori a Cutuli era stato affidato il ruolo di palo con il compito di controllare l’auto di Mascari per favorirgli la fuga. “«E’ stata un’esecuzione efferata. E la vigilessa faceva parte del commando», ha ricostruito il pm, che nella stessa udienza aveva chiesto la condanna in abbreviato di altri due uomini ritenuti partecipanti al blitz armato. A coordinare l’inchiesta era stato il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, capo della direzione distrettuale antimafia, e il pm Giovanni Taglialatela in forza alla procura di Velletri competente per territorio. Pesanti le accuse a cui è chiamata a rispondere ora l’ex vigilessa insieme al suo ex compagno: duplice omicidio volontario, duplice tentato omicidio, porto illegale di armi, tutto con l’aggravante di aver agito con metodi mafiosi. Ma Agatino Mascali, 31 anni, e Pietro Cutuli, 30 anni, considerato il palo rimasto sull’auto ferma fuori dalla villetta, sono stati assolti dal giudice Balestrieri per non aver commesso il fatto. In pratica, secondo il gup, Sonia Pisani e il Sante Fragalà hanno fatto tutto da soli.