Aprilia. Sversamento rifiuti, sequestro da un milione e mezzo all’imprenditore Antonio Piattella

Sversamento illecito di rifiuti. Operazione della polizia: sequestro di beni all’imprenditore apriliano

“Abbiamo colpito una parte dell’imprenditoria malata della provincia di Latina”, ha detto il questore di Latina, Rosaria Amato, durante la conferenza stampa sul sequestro patrimoniale ad Antonio Piattella.
La divisione Anticrimine di Latina e il Servizio centrale anticrimine della polizia hanno eseguito un decreto di sequestro di beni per 1 milione e mezzo di euro ad Aprilia nei confronti dell’imprenditore 55enne di Aprilia Antonio Piattella. Il provvedimento è stato emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal tribunale di Roma su proposta del procuratore della Repubblica di Roma e del questore di Latina.

E’ stato disposto il sequestro, in vista della confisca, di 7 terreni, 9 fabbricati, nonché numerosi rapporti bancari intestati ai menzionati soggetti, per un valore complessivamente stimato in circa 1,5 milioni di euro. Tra i beni finiti sotto sequestro c’è anche l’abitazione della famiglia Piattella. Insieme alla casa ci sono altri appartamenti, fabbricati e magazzini, tutti ubicati ad Aprilia.

Piattella nel 2017 era stato arrestato nell’ambito dell’operazione condotta dalla squadra mobile di Latina “Dark side” ed era stato destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo che aveva interessato beni e aziende nella sua disponibilità, poiché ritenuto al vertice di un’organizzazione criminale che operava nell’illecito smaltimento di rifiuti. I rifiuti venivano infatti interrati in una ex cava alle porte di Aprilia di sua proprietà, in località Tufetto, senza alcuna autorizzazione al trattamento e senza alcun tipo di preventiva “preparazione” del sito per evitare che potessero disperdersi ed entrare in contatto con l’ambiente, arrecando grave danno all’intera collettività.

Le indagini avevano consentito di accertare come Piattella, avendo la disponibilità dei terreni, fosse il promotore e gestore dei traffici. L’attività illecita era condotta con il sostegno e la partecipazione dei propri familiari che, oltre ad organizzare l’attività di conferimento abusivo, provvedevano ad incassare i compensi per i vari “scarichi” illeciti. All’interno della cava di Aprilia erano stati realizzati, nell’arco dei cinque mesi di indagine, circa 200 sversamenti abusivi anche di rifiuti tossici, che avevano consentito, sia agli smaltitori che ai conferitori, di ottenere elevatissimi profitti, successivamente reimpiegati nel circuito economico legale. Mentre i primi avevano infatti interamente incamerato, sottraendole al fisco, le somme illecitamente percepite per i singoli sversamenti, i secondi avevano conseguito un notevole risparmio di spesa evitando i maggiori costi derivanti dall’osservanza delle procedure previste per lo smaltimento autorizzato.

Le successive indagini patrimoniali della divisione Anticrimine di Latina e del Servizio Centrale Anticrimine hanno poi permesso di appurare che Antonio Piattella, già gravato da numerosi precedenti penali (per violazione di sigilli, abusi edilizi, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, insolvenza fraudolenta, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, occultamento e distruzione di documenti contabili, truffa e bancarotta fraudolenta) e attivo, in passato, anche nel campo edile (nonostante sia stato, sin dal 1996, pressoché sconosciuto al fisco) era in possesso di grandi disponibilità economiche. Pur non rivestendo cariche formali nelle aziende di famiglia, esercitava il pieno dominio di tutte le società intestate ai suoi familiari – ovvero il Gruppo Piattella s.r.l., la Trasporti Piattella s.r.l., la Om Scavi s.r.l., trasformata a settembre 2016 in Rm trasportiI s.r.l., la Eurocostruzioni 2008 s.r.l., la Ap Costruzioni & Appalti s.r.l., la Mille Idee s.r.l., la Edil Fossignano., il Borgo s.r.l., la Martina Logistica s.r.l. – Piattella era l’indiscusso regista di tutte le strategie economiche, disponendo i pagamenti, organizzando i cambiamenti societari e gestendo tutte le relative attività.
Le attività illecite gli hanno consentito, nel corso degli anni, di acquisire un’importante disponibilità economica, necessaria al successivo reinvestimento in aziende, beni immobili ed attività commerciali, poi intestate anche a soggetti terzi.

Nell’arco dei cinque mesi di indagine, il traffico di rifiuti e lo smaltimento illecito aveva fruttato circa 180mila euro. Cifre sono confermate anche dalle attività tecniche, da cui si evince che, in relazione ai trasporti effettuati per conto di una soltanto delle società conferitrici, la Recuperi Carnevale srl, gli introiti si attestavano intorno ai 330.000 euro all’anno.