CIE di Ponte Galeria, la storia del Nigeriano truffato da una donna di Nettuno

Ieri una delegazione del Pd, composta dai parlamentari Sandro Gozzi, Roberto Zaccaria, Luciana Pedoto, Letizia De Torre, Jean Leonard Touadì, Andrea Sarubbi e dall’eurodeputata Silvia Costa, ha fatto visita al Centro di identificazione e di espulsione romano di Ponte Galeria dove sono reclusi numerosi immigrati africani, molti dei quali Nigeriani. I parlamentari intendono chiedere per loro un permesso umanitario, in attesa che in Nigeria si plachi l’ondata di violenza contro i cristiani. “Bisogna intervenire urgentemente su quei cittadini nigeriani di religione cristiana che tornando nel loro paese rischiano di essere uccisi e di subire torture” ha detto all’uscita dal Cie il deputato democratico Jean Léonard Touadi.  Tra i nigeriani cristiani reclusi nel Cie di Roma c’è anche Raymond Nnakawe, un nigeriano che ha denunciato una donna italiana residente a Nettuno, per averlo truffato con la sanatoria del 2009, quando gli avrebbe estorto 2.500 euro senza procedere poi a regolarizzarlo. Raymond ha raccontato la sua storia al Redattore Sociale, che è entrato nel centro di detenzione amministrativa al seguito dei parlamentari. Secondo quanto afferma il lavoratore nigeriano e quanto confermato dal suo avvocato, Raymond era andato in commissariato a denunciare la truffa, ma è stato portato e trattenuto nel Cie perché non ha il permesso di soggiorno. Un altro giovane, Samir, è un saharawi del Polisario che, se rimpatriato in Marocco, rischia di essere torturato e ucciso. In questo momento, nel Cie di Ponte Galeria si trovano complessivamente 116 uomini e 60 donne.