Pedopornografia, 3 arresti: un imprenditore romano scambiava online foto della figlia di sei anni

Scaricavano numerose immagini a sfondo pedopornografico nelle memorie cloud dei loro dispositivi informatici. Uno anche della figlia di sei anni. Tre persone sono state arrestate in flagranza dalla Polizia postale nel corso di indagini coordinate dalla procura di Roma. Le loro abitazioni – a Roma e in provincia, e a Viterbo – sono state perquisite dagli agenti del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) e per tutti e tre l’accusa è di produzione e detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico.

In particolare un imprenditore romano di 48 anni, già arrestato nel 2018 per lo stesso motivo, aveva appena terminato di scontare la condanna, quando è stato intercettato su una piattaforma di messaggistica sulla quale, in lingua inglese, ha manifestato interesse sessuale nei confronti dei minori. Per essere inserito in un successivo gruppo esclusivo di scambio di materiale pedopornografico, al quale è possibile accedere solo dopo aver autoprodotto immagini originali, e dichiarando di avere due figlie di 14 e 6 anni, ha inviato foto con minori in biancheria intima.

Dalla perquisizione è saltato fuori uno spazio cloud pieno di foto e video fatti con una videocamera nascosta. A casa sono stati sequestrati gli stessi indumenti e la biancheria da letto che compariva nei video con la figlioletta. In provincia di Roma è finito in manette un cameraman di 32 anni e a Viterbo un 26enne, fino a oggi incensurato: entrambi avevano caricato in cloud immagini anche con abusi su minori e sono stati segnalati in ambito internazionale.

«Le restrizioni imposte dalla pandemia in termini di spostamenti e possibilità di aggregazioni – spiegano dalla Polizia postale – hanno comportato un esplosione dell’utilizzo della rete Internet e dei social network, alla quale è corrisposto un esponenziale incremento dei reati commessi con utilizzo degli strumenti informatici e dei social network». Secondo chi indaga, inoltre, «fra i reati che registrano il maggior incremento vi sono purtroppo anche quelli a danno di minori commessi online, con particolare riguardo a quelli che vedono i piccoli vittime di adescamento o abusi sessuali, spesso documentati da fotografie e video pedopornografici che i criminali successivamente vendono, divulgano, cedono o detengono utilizzando la rete e i social-network. Assume, pertanto, particolare rilevanza un’opera di prevenzione e sensibilizzazione di genitori ed educatori – concludono – che consenta di intercettare i tentativi di contattare e avvicinare i più piccoli con modalità particolarmente insidiose». Sui tre arrestati proseguono le indagini per individuare eventuali ulteriori responsabilità, e per identificare altri minori coinvolti.