Casalesi, processo Sfinge tra gli imputati la nipote di Sandokan

Processo Sfinge chiesti 100 anni di carcere per i protagonisti del clan con a  capo la donna boss, tra due settimane la sentenza per Maria Rosaria Schiavone per estorsione e tentato omicidio di un ristoratore. I pm chiedono 22 anni. I casalesi hanno rappresentato il terrore tra la provincia di Roma e Latina per otto anni. Tra due settimane ci sarà la sentenza dopo la requisitoria condotta da un pool di magistrati, Maria Monteleone, Delia Cardia e Barbara Sargenti. L’accusa: costituzione nel Lazio di un’associazione di tipo camorristico. Le richieste di condanna: 22 anni per la donna e 18 per Noviello. Al telefono disse: “A quel cornuto gli aggia taglià a capa con una motosega”. Maria Rosaria si era sposata con Pasquale Noviello e ad entrambi era stato affidato il compito di creare nel Lazio una base dei Casalesi, Pasquale Noviello, scovato dalla polizia in un sottotetto della villa bunker in via Chianciano a Nettuno. A tal fine disponevano di uomini e armi. Enzo Buono 22 di Anzio, Francesco Gara 33 di Nettuno, Agostino Ravese, Luigi Cotogno, Michele De Leo e il padre di Pasquale, Mario Noviello residente ad Aprilia,  arrestati con accuse varie tra cui associazione di stampo mafioso, Dario Flamini di Nettuno per concorso esterno in associazione mafiosa. Tutti con compiti precisi, c’era chi deteneva le armi, chi danneggiava negozi, chi aveva il compito di ritirare le estorsioni o ammazzare qualcuno.