Marina Carpineti, 55 anni, nata e residente ad Anzio, operatrice socio sanitaria in servizio presso l’ospedale “Riuniti” è stata arrestata dalla polizia mentre svolgeva servizio perché avrebbe rubato preziosi e denaro a pazienti e medici. 20000 euro il valore complessivo dei beni sottratti e accertati, ma potrebbero essere molti di più i furti di cui si è resa responsabile la Carpineti.
Sono stati gli agenti del Commissariato di Anzio, al termine di una complessa indagine durata alcuni mesi, ad individuare la responsabile. Le vittime, pazienti, visitatori e dipendenti dell’ospedale nel corso degli ultimi mesi avevano formalizzato le denunce per la sparizione di oggetti in oro, denaro e preziosi di vario genere.
Le indagini si sono focalizzate immediatamente sulla donna, con precedenti penali per furto e ricettazione, indicata come sospetta da diversi colleghi che avevano subito in passato lo stesso trattamento. Si tratta di una vera e propria professionista del furto che usava il posto di lavoro come teatro ideale per cogliere di sorpresa pazienti e loro parenti, colleghi medici ed infermieri, senza pietà ripuliva persino i beni di persone decedute. In questo era aiutata dalla posizione lavorativa di ausiliaria, di supporto quindi ai reparti che ne avevano necessità, trovava sempre nuove vittime. La sua meta preferita era il Pronto Soccorso, dove una volta entrati i pazienti e fatti svestire, frugava indisturbata nei loro indumenti alla ricerca di denaro, telefoni cellulari e gioielli.
Le indagini proseguono con l’acquisizione delle nuove denunce fornite dall’arma dei carabinieri e la trama sembrerebbe allargarsi notevolmente ad una cinquantina di episodi, a cui vanno aggiunti anche quelli non denunciati dai malcapitati.
“Per non far rilevare le sue tracce – spiega il dirigente della polizia F. Mancini – ed evitare perquisizioni, la donna depositava temporaneamente la refurtiva presso il banco dei pegni. Dopo qualche giorno ritirava il deposito fatto e si recava presso alcune agenzie di Compro Oro locali in cui ricavava facili contanti. Dai pedinamenti eseguiti dagli agenti di polizia del commissariato di Anzio, si è riuscito a risalire alla refurtiva denunciata, oltre ad altri oggetti non appartenenti alla donna che hanno ricondotto ai legittimi proprietari attraverso dei segni di riconoscimento come ad esempio incisioni. Inoltre, dopo aver perquisito l’abitazione dell’infermiera, sono stati trovate sostanze stupefacenti quali cocaina e marijuana.”
La storia dell’operatrice socio sanitaria-rapinatrice obbligherà le agenzie compro oro, oltre a segnalare i dati del cliente su apposito registro, a fotografare la merce venduta, in modo da facilitare l’operato delle forze dell’ordine nelle operazioni di ricerca.
Notevoli perplessità rimangono sul fatto che la donna, con precedenti penali, lavorasse in un settore tanto delicato come quello della sanità pubblica in una posizione di diretto contatto con le persone.