Roma. Delitto Gioacchini alla Magliana, 5 anni dopo fermate tre persone

Fu freddato con quattro colpi di pistola in auto, davanti all’asilo dove aveva appena accompagnato i figli nel quartiere romano della Magliana, il 34enne Sergio Gioacchini: a oltre cinque anni di distanza dal suo omicidio – avvenuto il 10 gennaio del 2019 – ci sono ora tre fermi, richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia della capitale. Si tratta di un 66enne e un 61enne, considerati i mandanti del delitto, mentre l’esecutore materiale che ha sparato a Gioacchini, detto Barbetta negli ambienti della malavita romana, sarebbe un italiano oggi 36enne.

 

L’operazione è stata eseguita in modo congiunto da personale della Dia, Squadra Mobile della Questura e Carabinieri. I tre devono rispondere di omicidio pluriaggravato in concorso e porto illegale di armi da fuoco: in particolare i primi due avrebbero ospitato il killer in un’abitazione che avevano a disposizione, proprio nei giorni precedenti all’omicidio, e il tutto dimostrerebbe la premeditazione e l’intenzione di uccidere Gioacchini poco dopo la sua uscita dal carcere. La vittima, che aveva una lunga lista di precedenti penali, al momento dell’esecuzione era infatti uscita di prigione da soli quattro giorni. Sullo sfondo, il controllo del traffico di droga nella zona, dove è forte l’influenza della camorra, e sono gli stessi inquirenti a parlare di agire mafioso con l’obiettivo di affermare la supremazia criminale nel quartiere della Magliana.