“Erano ridotti come i bambini vittime a Auschwitz”. Le parole pronunciate durante una triste testimonianza in aula da un poliziotto durante il processo che ha visto imputata una mamma di 26 anni, accusata di maltrattamenti sui suoi due bimbi di 4 e 6 anni. La donna è stata condannata a 10 anni dal Tribunale di Roma. Una pena più alta della richiesta del pubblico ministero che aveva proposto 7 anni di reclusione. I due fratellini erano stati ritrovati a maggio di un anno fa – dagli agenti della squadra mobile – in un casale di Fossignano ad Aprilia, dove vivevano con la mamma e il fidanzato.
Più che vivere cercavano di sopravvivere. Denutriti. Tra morsi di topi, bruciature di sigarette, la pancia gonfia. I segni delle violenze ripetute. Quando i poliziotti li hanno soccorsi – i piccoli non mangiavano chissà da quanto. Erano in condizioni igienico – sanitarie gravissime. A stento riuscivano a comunicare. Uno stato di salute disperato. Uno di loro è quasi diventato cieco per le conseguenze delle mancate cure. Adesso vivono in una casa famiglia. Chi doveva prendersi cura di loro, la mamma, in aula ha raccontato di non aver mai denunciato per paura del suo compagno, latitante. “Ero una vittima anche io – ha provato a spiegare”. Una versione che non ha convinto i giudici che hanno inflitto una pena di 10 anni.
Fonte rainews