Il giallo di Villa Pamphili – il ritrovamento, a poche ore di distanza, dei corpi di una neonata di circa sei mesi e di una donna di circa 40 anni – si presenta come un vero e proprio rompicapo per gli investigatori, impegnati a dare un’identità alle due vittime e a individuare l’autore, o gli autori, di quello che per la Procura è al momento un duplice omicidio aggravato. L’autopsia è stata anticipata a ieri sera per dare risposte nel più breve tempo possibile: la prima è che sul corpo della donna non sono state rilevate lesioni. Servirà invece un’attesa più lunga per gli esiti delle analisi tossicologiche.
L’indagine prosegue dunque su due binari: da una parte l’identificazione delle vittime, dall’altra la ricerca del presunto responsabile. Per quanto riguarda il primo elemento, le impronte della donna non hanno dato riscontri: significa che non è stata mai fotosegnalata in precedenza. In queste ore sono arrivate diverse segnalazioni: alcuni testimoni riferiscono di aver visto, nella giornata di sabato, una persona aggirarsi all’interno dell’area verde con in braccio una sorta di “fagotto”. Una pista ancora da verificare. Al momento, nessuno dei testimoni ha riconosciuto le vittime nelle fotografie mostrate dagli investigatori.
Dalle prime verifiche è emerso che il sacco contenente il corpo della donna non sarebbe stato trascinato – mancano segni riconducibili a questa ipotesi – ma piuttosto adagiato vicino ad alcuni oleandri, poco distante da uno degli ingressi su via Olimpica. Il dettaglio farebbe ritenere poco probabile che l’operazione possa essere stata portata a termine da una sola persona.
L’ipotesi principale è che tra le due vittime ci sia un legame di parentela: madre e figlia, morte in momenti diversi. Una valutazione suggerita dallo stato del corpo della donna, in avanzata decomposizione e forse già da qualche tempo nel punto in cui è stato trovato. Al netto del caldo afoso degli ultimi giorni, gli inquirenti ritengono che il decesso risalga ad alcuni giorni prima rispetto a quello della neonata, trovata sabato pomeriggio intorno alle 16 nei pressi di una siepe, all’interno del grande parco della Capitale, a circa 200 metri dal corpo della presunta madre.
Risposte sull’identità e, soprattutto, sulle cause delle morti arriveranno dagli esami autoptici. In un primo tempo era emersa l’indicazione che il pm Antonio Verdi, titolare del fascicolo, aveva affidato l’incarico per le autopsie all’Istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli che avrebbe dovuto eseguirle martedì. Successivamente c’è stato il cambiamento di programma: esami anticipati a questa sera, affidati all’Istituto di Medicina legale dell’Università Cattolica diretto dal professor Antonio Oliva. Se da un primo esame esterno, non sarebbero emersi segni evidenti di violenza – né ferite da arma da fuoco né da taglio – su entrambi i corpi, il dato per la donna è stato confermato anche dall’autopsia. Una delle ipotesi in campo – ma bisognerà aspettare l’esito dell’esame tossicologico – è che il decesso possa essere legato all’assunzione di droga.
Contestualmente, saranno effettuati anche prelievi di dna per cercare di dare un nome alle vittime. I tratti somatici della donna e della bambina, entrambe di carnagione chiara, lascerebbero ipotizzare una provenienza dall’Est Europa.