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Mafia a Pomezia, imprenditore in balìa di due clan criminali e di un collega: nove arresti. Contestato il 416 bis

Era finito al centro di due fuochi. Da un lato esponenti della mafia siciliana che a Roma e nella sua provincia avevano ormai allungato i tentacoli. Dall’altra criminali romani che, con la scusa di proteggerlo, si erano avvicinati a lui. Due gruppi criminali che, in realtà, erano alleati tra loro. Un incubo vissuto per anni dal costruttore Emanuele Rossi, titolare della società Rossi Costruzioni Edili Srl, strozzato da due bande criminali. A ricostruire la doppia storia di usura sono stati gli investigatori della direzione distrettuale antimafia coordinati dalla procura di Roma.

A finire nei guai 9 persone, di cui 6 in carcere – tre di queste già arrestate durante l’indagine ‘Assedio’ – due ai domiciliari e una nona persona sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. A vario titolo sono accusati “con più azioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso e riunione tra loro, con violenza e minaccia”, di aver costretto Emanuele Rossi a cedere la proprietà di tre immobili facenti parte di un complesso immobiliare di Pomezia, il Via del Mare, all’altezza del Km 29.300 della stessa strada, a prezzi inferiori a quelli di mercato per un valore corrispondente a circa 300.000 euro.

Il costruttore nella morsa della mala

Più in particolare, nel corso di una attività di indagine scaturita proprio da uno stralcio dell’operazione Assedio avviata nel 2018 dalla Dia e dalla direzione distrettuale antimafia di Roma, è stata ricostruita l’esistenza di due gruppi apparentemente contrapposti ma in realtà alleati tra loro. Uno appartenente a contesti criminali organizzati riconducibili alla mafia siciliana e l’altro alla criminalità organizzata romana, i cui componenti del primo offrivano la loro “protezione” all’imprenditore, vittima di gravi minacce, anche di morte, rivolte anche ai suoi familiari. Non solo. I malviventi, per mettere pressione a Rossi, in diverse occasioni hanno sparato numerosi colpi d’arma da fuoco contro il cantiere del suo complesso immobiliare in fase di costruzione. Spari che sarebbero stati esplosi dal gruppo romano che diceva di volerlo proteggere.

L’intermediario che si diceva amico

In realtà le indagini hanno permesso di scoprire un unico disegno criminale da parte dei due gruppi, finalizzato a estorcere a Rossi, in cambio di protezione, gli appartamenti a prezzi di molto inferiori al loro reale valore. Fra i destinatari dell’ordinanza anche un imprenditore pometino che, proponendosi come mediatore per far cessare le violenze, avrebbe invece costretto la vittima a sottoscrivere anche due contratti di sponsorizzazione in favore di una società di basket e di calcio per un valore complessivo di 100 mila euro.

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