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Nettuno- Indiano bruciato pene ridotte in appello

Il luogo dell'aggressione

Pene ridotte per i due giovani che il 1° febbraio del 2009 tentarono di bruciare vivo un indiano che dormiva alla stazione di Nettuno. La corte di appello di Roma ha riformato la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Velletri. Francesco  Bruno di 31 anni e Gianluca Cerreto di 21 anni e il minorenne Samuele F. la notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio cosparsero di benzina Navtej Singh Sidhu, 35 anni,  che dormiva su una panchina di marmo della stazione di Nettuno.Il malcapitato riuscì a spegnere le fiamme rotolandosi a terra, ma perse conoscenza, solo dopo diverse ore venne notato da un passante. Trasportato d’urgenza presso l’unità di rianimazione dell’ospedale Sant’Eugenio Navtej fu sottoposto tra atroci dolori a numerose operazioni.  I chirurghi furono costretti  ad riaprire le ferite per tamponare le infezioni sviluppate dai tessuti necrotizzati.  I bisturi nell’addome, nei quadricipiti, nei polpacci,  perché  quella notte, le fiamme bruciarono tutto fino all’osso. Oggi, a due anni dalla notte di fuoco di Nettuno Navtej riesce a mala pena a camminare; le sue gambe sono quasi totalmente prive di muscoli e non può indossare scarpe, avrà bisogno ancora per molto tempo di fisioterapia e cure rilevanti.  Per quanto riguarda il processo il Procuratore Generale, nel maggio scorso, aveva usato parole dure nei confronti degli imputati, riconoscendogli però le attenuanti generiche, chiedendo condanne più miti per Francesco  Bruno  e Gianluca Cerreto inizialmente condannati a 14 anni e 8 mesi, ora la sentenza della Corte D’appello che riduce la pena a 12 anni e 8 mesi. Le parti attendono la deposizione della sentenza per gli eventuali ricorsi in Cassazione.

 

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