Roma- Si è ucciso gettandosi dal terrazzo del palazzo dove abitava, lasciando due messaggi, uno su carta e uno su pen-drive, dove denunciava la sua difficile condizione di omosessuale. Vittima della tragedia, avvenuta due notti fa nel quartiere Torraccia, vicino San Basilio, un ragazzo di 14 anni. A darne notizia è stata la Repubblica. “Sono omosessuale, nessuno capisce il mio dramma e non so come farlo accettare alla mia famiglia, ha lasciato scritto nei messaggi lasciati alla famiglia, in cui chiedeva scusa alla famiglia e spiegava che la decisione di farla finita era legata alla sua omosessualità. Nei messaggi, il racconto delle derisioni e prese in giro da parte di alcuni coetanei che lo avevano addirittura escluso dalla comitiva. Un nuovo dramma dell’omofobia nella capitale, il terzo in pochi mesi dopo la morte lo scorso novembre di un quindicenne gay trovato appeso a una corda nel bagno di casa dei nonni, e dopo il tentativo di suicidio di un altro adolescente che si è lanciato dalla finestra dell’istituto romano che frequentava, durante la ricreazione.
La tragedia alle due della notte tra venerdì e sabato. “A dare l’allarme al 113 un giovane che stava rientrando a casa e ha visto il corpo dell’adolescente a terra nel parco giochi – scrive la Repubblica – Quando il medico legale è arrivato sul posto ha subito escluso qualsiasi ipotesi di delitto. E non appena la polizia è salita in casa del giovane ha trovato i messaggi e ha ricostruito la dinamica della morte: l’adolescente prima si è provocato dei tagli alle braccia e all’inguine. Poi è salito sulla terrazza condominiale e si è lanciato nel vuoto da un’altezza di 20 metri. I genitori non trovandolo in camera si sono preoccupati e sono scesi in strada. Solo in quel momento hanno capito cosa era successo al figlio e il peso che si portava dentro. Un gesto estremo che forse meditava da tempo per le difficoltà che aveva avuto a confrontarsi con i suoi coetanei e con la famiglia. I poliziotti del commissariato San Basilio non hanno trattenuto le lacrime davanti a quella scena così drammatica. Alcuni passanti e frequentatori notturni del “Max Bar”, un locale aperto tutta la notte che sta proprio davanti al parco dove il cadavere è stato ritrovato, sono stati ascoltati dagli inquirenti per accertare l’esatta dinamica dei fatti. Le indagini, però, non si sono fermate al solo suicidio: al vaglio degli investigatori ci sarebbero anche alcuni sms inviati dalla vittima ad alcuni amici dove raccontava il suo disagio, e in cui diceva che gli sfottò continui, da parte di bulli del quartiere e della comitiva riguardo alla sua omosessualità, lo sottoponevano a umiliazioni continue. Se si tratti di cyber bullismo o atti di omofobia lo accerteranno le indagini della procura di Roma che per il momento ha aperto un fascicolo contro ignoti. Non è escluso che si possa arrivare a ipotizzare il reato di istigazione al suicidio. I genitori del quattordicenne, entrambi dipendenti statali, non si danno pace per quanto accaduto al figlio”