Il piano era semplice: una telefonata al commissariato fingendo di voler fare una “soffiata” che accusava il suo rivale in affari, l’idea era quella di farlo arrestare e avere così il monopolio degli autolavaggi della zona. Era stato tutto calcolato nei minimi dettagli, compresa la certezza dell’arresto per la gravità del reato, ma il responsabile non aveva considerato la solerzia degli agenti che alla fine l’hanno smascherato. L’uomo ha così telefonato in commissariato dicendo, in forma riservata, che aveva avuto notizia che in un autolavaggio della zona (Lavinio) ci sarebbe stato uno scambio di droga. Gli uomini diretti da Mauro Baroni sono andati immediatamente nel luogo indicato per sorprendere i malviventi sul fatto. Arrivati sul posto hanno trovato il titolare con i suoi dipendenti e hanno proceduto al controllo dei locali, ma durante la perquisizione gli agenti si sono accorti che la ragazza presente nel negozio come cliente dava segni di insofferenza, quando poi ha tentato di intrufolarsi in bagno con una scusa, hanno deciso di controllare anche lei. La donna aveva nella borsa quasi 80 grammi di hashish diviso in piccole dosi. Vistasi scoperta “se l’è cantata” e ha confessato di essere stata incaricata, insieme al ragazzo in sua compagnia, da un cittadino egiziano titolare di un altro autolavaggio (ubicato in via della Fonderia) di portare lì lo stupefacente, che lui stesso le aveva procurato, al fine di nasconderlo all’interno del locale per far incriminare l’ignaro proprietario. I poliziotti, ricostruita così la vicenda, si sono recati dal falso informatore per arrestarlo. A.S.M., egiziano di 38 anni, M.E., italiana di 30 anni, e B.S., 53enne italiano, sono così stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.