Rompe i sigilli al contattore dell’acqua, condannato a 6 mesi di reclusione

Dura presa di posizione della Corte d’appello contro un cittadino moroso

di Elisabetta Bonanni

La sede di Acqualatina a Latina Fiori

La Corte di Appello di Roma ha confermato la sentenza di condanna nei confronti di un utente del Servizio Idrico Integrato dell’Atto. L’utente era stato denunciato da Acqualatina Spa per furto di acqua, aggravato da violenza sulle cose. Il Tribunale, dopo aver esaminato i fatti e nonostante il ricorso presentato dall’imputato, ha condannato l’utente alla pena di sei mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 200 euro, nonché la pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno alla Spa che sarà quantificato in sede civile. L’utente aveva rimosso il sigillo dal proprio contatore, posto dai tecnici Acqualatina al fine di operare una riduzione del flusso idrico apposto a causa del grave e perdurante stato di morosità dell’utente che, nonostante i reiterati solleciti di pagamento, aveva continuato a non corrispondere quanto dovuto. “Questa sentenza – afferma il Presidente di Acqualatina Giuseppe Addessi – avvalora ancor più l’impegno profuso, ogni giorno, dal personale Acqualatina a servizio del territorio, nel rispetto dei valori di legalità ed equità di trattamento. Un impegno che si articola su due fronti paralleli e complementari: da un lato la doverosa vigilanza sull’operato di quanti agiscono al di fuori della normativa vigente, dall’altro la massima tutela per tutti gli utenti virtuosi che adempiono ai loro doveri e hanno, quindi, diritto a un servizio sempre migliore. E’ opportuno, poi – conclude Addessi – distinguere tra coloro che hanno difficoltà nel pagamento, per i quali esistono particolari strumenti di supporto, e coloro che deliberatamente evitano di pagare. Naturalmente i casi vanno trattati in maniera diversa”.