L’indagine è partita grazie ad un antifurto satellitare che ha permesso di individuare un deposito di merce rubata a Tre Cancelli
La polizia di Anzio, guidata dal primo dirigente Mauro Baroni, ha effettuato altri due arresti nell’ambito delle indagini su un traffico di auto rubate, gestito da padre e figlio di Aprilia, arrestati nello scorso mese di aprile per aver tentato di sequestrare un cittadino romeno, reo di aver rubato pneumatici da un loro deposito di merce rubata. La polizia, per fare chiarezza sull’aggressione al cittadino straniero, ha scoperto che in un capannone situato nella zona Tre Cancelli erano stipati pezzi e motori di automobili di lusso rubate per un valore di circa 400 mila euro. “Le indagini condotte dagli investigatori del Commissariato erano iniziate nel novembre 2013 – fanno sapere dalla polizia – quando l’equipaggio della volante, su indicazione di una società che gestisce antifurti satellitari, aveva segnalato la presenza di un’autovettura Mercedes rubata qualche ora prima a Roma. I poliziotti erano riusciti ad individuare un capannone nella zona Tre Cancelli di Nettuno, ove all’interno erano stati trovati, ben stipati, sportelli, cofani, tetti, cruscotti, tappezzerie e motori per autovetture Mercedes, Volkswagen ed Audi, per un valore complessivo di 300/400 mila euro. La struttura era stata sequestrata, così come il materiale rinvenuto. Quello scoperto era un vero e proprio deposito di pezzi per autovetture che poi andavano a finire all’estero. Le successive indagini avevano portato poi all’identificazione dei due, padre e figlio, quali responsabili di questo traffico illegale”. La Procura della Repubblica di Velletri, quindi, all’esito dei controlli del caso, ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari una misura restrittiva nei confronti dei due indagati. Nella giornata di sabato, gli uomini del Commissariato di Anzio hanno eseguito due ordinanze di misura restrittiva agli arresti domiciliari per ricettazione in concorso continuata a carico di C.A. il quale si trovava già agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Aprilia e del figlio C.M., notificatagli presso il carcere di Latina, essendo detenuto per il tentato sequestro di persona dello straniero e per lesioni aggravate.