Tra i negozi posti sotto sequestro anche quello di Nettuno in via Vittorio Veneto
Le Fiamme gialle hanno fatto chiarezza sulla situazione dei centri massaggi cinesi a luci rosse, chiusi nelle scorse settimane, tra cui quello sigillato in via Vittorio Veneto a Nettuno. Tra i Castelli Romani ed il litorale romano, comuni centri per messaggi si erano trasformati, per alcuni clienti che ne facevano richiesta, in un’opportunità di usufruire di “speciali” pratiche legate al sesso con un tariffario legato alla prestazione. Gli affari andavano talmente bene che i proprietari avevano deciso di ampliare il loro mercato sul territorio, con l’apertura di 5 “succursali del piacere” tra cui una a Nettuno. Le indagini durate diversi mesi, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno fatto piena luce su un giro di “squillo” ideato e gestito da tre cittadini di nazionalità cinese favoriti dalla copertura di due donne italiane. Quest’ultime avrebbero messo a loro disposizione la propria licenza di esercizio dell’attività di estetista. Le indagini avrebbero anche evidenziato le modalità di come i proventi venivano illecitamente conseguiti grazie allo sfruttamento di una decina di ragazze cinesi. Durante le perquisizioni domiciliari dei convolati nella gestione dei centri, le fiamme gialle hanno riscontrato un giro di affari davvero cospicuo per questa organizzazione. Infatti, hanno rinvenuto alcune banconote per un totale di circa 20 mila euro, posti sotto sequestro. Stessa conseguenza per i 5 immobili disseminati traVelletri, Genzano di Roma e Nettuno. Il capo dell’organizzazione, Z.G. di 35 anni, riscuoteva settimanalmente gli incassi dei diversi centri massaggi gestiti da tre connazionali. Quest’ultimi, insieme al loro leader, sono stati arrestati per il reato di associazione a delinquere, un provvedimento emesso dal Giudice delle Indagini preliminari del Tribunale di Velletri. Le Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri stanno svolgendo approfondimenti volti a dimensionare il volume d’affari dei “centri massaggi”, ai fini dell’applicazione della normativa inerente alla tassazione dei proventi da attività illecita.