Sostanze tossiche nel percolato, il Pm sequestra la Kyklos

Lunedì due operai sono morti mentre lavoravano su delle cisterne

L'ingresso della Kyklos

E’ arrivata nella tarda serata di ieri una svolta importante nell’inchiesta sul decesso di due operai alla Kyklos, l’azienda di compostaggio che si trova tra Nettuno e Aprilia. A due giorni dalla tragedia  è emerso che il percolato stoccato nell’azienda, prodotto che non doveva rappresentare alcun rischio, conteneva percentuali elevatissime di acido solfidrico, sostanza letale se inalata. Una notizia sufficiente a spingere  il sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Luigia Spinelli a disporre il sequestro preventivo dell’impianto. Si complica in tal modo la posizione della società controllata dall’Achea ma anche quella dei comuni che si servono dell’impianto. Le vittime del drammatico incidente sul lavoro, lo ricordiamo, sono Fabio Lisei e Roberto Papini, 44 e 42 anni, di San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo, operai della Mira di Orvieto, si erano recati allo stabilimento di Aprilia per caricare il percolato su due autocisterne e poi portarlo nelle discariche autorizzate. La Spinelli aveva subito aperto un’inchiesta per omicidio colposo, gli ispettori dell’Asl e i carabinieri riscontrato alcune carenze nelle aziende coinvolte, ma la svolta è appunto arrivata oggi, con le prime analisi sul percolato. Si resta in attesa dell’esito dell’autopsia dei corpi, prevista per oggi.