Piange e chiede scusa, otterrà un pagamento rateale ma rischierà anche la vita. E’ un cittadino di Nettuno di 51 anni, che ha la sventura di vendere per proprio conto e incassare i soldi di due orologi di Riccardo Brugia, il braccio destro di Massimo Carminati. Gli orologi vengono affidati a un gioielliere taglieggiato dal gruppo, ma l’uomo nato e residente a Nettuno li prende, li vende e non paga Brugia. Si tratta di migliaia di euro. Gli investigatori parlano di un “ulteriore episodio, che ben faceva comprendere il potere intimidatorio espresso dal sodalizio diretto da Carminati”. Capito di essere in un grosso guaio, la vittima cercava di mettersi in contatto con Brugia ripetutamente, fino a quando alla stazione Eni di Corso Francia si mettono d’accordo per 500 euro al mese, ma la vittima non ce la fa comunque e arriva a portarne 150. Succede un putiferio, l’uomo piange, dice di non poter far mangiare la figlia, Carminati “non fa’ cos’, c’ho il cuore debole”. Si accordano per altre “rate”, ma la vittima non riesce. Gli investigatori intercettano la conversazione tra Riccardo Bruga e Massimo Carminati:
Riccardo: ormai, eh..se no..è diventata una questione principale, come no? Lui gli orologi me li ha fatti a me!
Massimo: stavolta, stavolta se..se non è proprio la buca de notte, jè spaccamo proprio la faccia
Riccardo: no, no jè do’ una martellata in testa…come premessa..inc..
Massimo: ..appena lo vedo l’ammazzo..
Riccardo: te lo giuro …no, no Andrè ormai è diventata una cosa…mica, mica può pensare deve passà, de esse passato così, questo
Massimo: che và a pija per culo la gente