I residenti di via Risorgimento avevano già presentato una richiesta di accesso agli atti in Comune, temendo la costruzione di un “palazzone”. E’ arrivato il Tar, adesso, a mettere a tacere definitivamente ogni paura. Il tribunale amministrativo regionale per il Lazio si è pronunciato sul ricorso che aveva come oggetto l’edificio all’angolo tra via Risorgimento, via Luigi Mazza e via Fanciulla d’Anzio, con il quale si chiedeva l’annullamento del parere negativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della provincia di Roma. Nel palazzo – che allo stato attuale è ridotto ad un rudere – gravano vincoli di natura paesaggistica che pur prevedendo, il piano regolatore, la possibilità di abbattimento e ricostruzione di edifici con aumento di superficie, impediscono di modificare le altezze del progetto. L’altezza di progetto, come dispone il Prg e come si legge nell’ordinanza del Tar, non deve essere superiore a quella esistente e in caso di altezza inferiore non dovrà comunque superare i 15,3 metri. La ricostruzione dell’edificio dovrà rispettare, si specifica nell’ordinanza, “tutti gli elementi caratterizzanti preesistenti indicati dalla norma stessa”. Il Comune di Anzio, da parte sua, aveva autorizzato il progetto di intervento sull’edificio in assenza del parere della Soprintendenza che invece rovescia le carte in tavola. “A prescindere dal ogni ulteriore considerazione, tanto la Relazione tecnica quanto quella paesaggistica allegate al progetto descrivono un edificio – si legge – la cui “ricostruzione” prevede altezze superiori a quelle normativamente e paesaggisticamente prescritte”. Non ci sarà nessun palazzone, i residenti possono tirare un sospiro.