Si è spenta la “voce di Nettuno”. E’ morto oggi per un infarto Gianni Capobianco, all’età di 65 anni, lasciando un ricordo profondo nella sua città e in chi ha amato le sue canzoni dedicate alla sua amata Nettuno. Famosa il suo brano intitolato proprio “Nettuno”, dove cantava “O mare l’aria fresca e ‘o vino bono, è de Nettuno chesso ‘o mejo dono”, divenuta la canzone simbolo del comune del tridente. Un artista inconfondibile per il suo dialetto legato alla tradizione nettunese. Nato a Nettuno, al Borgo, e cresciuto tra Piazza San Giovanni e Piazza Segneri, le sue “palestre”. Negli anni ’60 Capobianco inizia a studiare la chitarra e presto entra a far parte di alcuni gruppi musicali dell’epoca, come chitarrista e voce solista. A 18 anni si avvicina alla Canzone Romana e a 20 anni sforna già decine di brani, in italiano e in romanesco. Da lì prende il via la stesura di canzoni in dialetto nettunese dove riversa tutto il suo amore per la città. Il Comune di Nettuno ha dichiarato le canzoni di Capobianco “Patrimonio Culturale della Città”.