C’era una città a piangere la scomparsa di Ruggero Gervasi, morto ad Anzio ieri mattina, a 38 anni. La malattia lo ha portato via presto ai suoi cari, alla moglie, ai due bambini. Erano in pochi a non conoscere il giovane Ruggero, attivo in politica all’interno del Pd, candidato alle ultime elezioni comunali, in prima fila quando si trattava di Anzio e della sua città, appassionato di musica, appassionato della vita. Stamattina nella chiesa di Anzio Colonia sono stati celebrati i funerali, sempre raccontando l’immensa fede che ha accompagnato Ruggero nella malattia. “Certo che spero de salvamme, però sto sereno”, ha detto Don Leonardo, suo amico d’infanzia, oltre che parroco, ricordando le parole di Ruggero mentre combatteva con il male. “Tutti abbiamo scarpe sporche di fango – ha proseguito – ma il Signore lava i piedi dei suoi discepoli e oggi tu sei dove qualcuno ti laverà tutto. Hai avuto una vita piena, hai maturato la certezza di vivere in Dio. Io ti ricordo da vivo. Non rimanete con il dolore della sua scomparsa, perché in quest’ora di sofferenza ma anche di gioia Ruggero si è addormentato in Cristo”. Non si contavano le persone che oggi si sono ritrovate per l’ultimo saluto al giovane poliziotto, metà delle quali sono rimaste nel piazzale della chiesa, ad ascoltare dall’altoparlante le parole, difficili da pronunciare, dei suoi cari al termine della celebrazione. “Sei entrato nei nostri cuori con la tua allegria contagiosa – ha detto Nicoletta leggendo una dedica rivolta a suo cugino – Accanto a te improvvisamente ti ritrovavi a cantare, a ballare, al sottofondo del tuo sassofono. So che ci vuoi forti, noi lo saremo per te. Non sei andato via, prega, sorridi, pensami e asciuga le mie lacrime. Con tutto l’amore, ciao Roger”. Poi il fratello Antonio. “Sei andato via troppo presto, senza spiegazioni. Il buio improvviso, il dolore che non andrà mai via. Ti amo con tutto il cuore, grazie per essere stato un fratello grandioso”. E la letterina dei due figli piccoli, Alfonso e Lidia. “Caro papà, ora che non ci sei più, chi ci proteggerà? Ringraziamo Dio per averci dato un padre coraggioso, grazie di tutto, ci hai donato quell’amore che nessuno ci saprà mai dare”. Prima dell’uscita del feretro, anche il saluto degli amici e dei colleghi. “Oggi è festa grande, le porte del cielo e della terra si sono unite. Quanta preghiera, quanta lode. Abbiamo chiesto al Signore un segno, e il Signore ce l’ha dato. Ruggero ci ha insegnato cosa significa portare la croce con gioia. Ora il coro degli angeli avrà un elemento in più. Ci piace pensare che ti faranno direttore dei cori angelici. Non ti salutiamo con il solito riposa in pace, perché siamo sicuri che anche lì troverai qualcosa da fare. I tuoi amici tutti”. La banda della Polizia di Stato – Gervasi faceva il poliziotto ed era un musicista – ha concluso la messa suonando per lui. La musica, colonna sonora della sua vita, ad accompagnarlo anche nell’ultimo viaggio.