Ancora un episodio di tensione sulla tratta Nettuno-Roma. Risale a giovedì scorso, treno delle 16,42 in partenza da Roma Termini. A raccontarlo è un pendolare che si trovava a viaggiare sul convoglio in quel momento. “Alle 16,35, dopo un eccellente controllo al varco, si entra nel treno e ci si siede perfino a 7 minuti dalla partenza. Merito dei controlli – dice Giovanni – Ore 16,39, a 3 minuti dalla partenza un ulteriore controllo su chi era a bordo effettuato dal personale FS. Ottimo, non si era mai visto un doppio controllo. Ore 16,41, a meno di 60 secondi dalla chiusura delle porte irrompono 6 persone di colore, di Pomezia, tra i 20 e i 30 anni. Il controllore chiede loro il biglietto, e dopo aver capito che uno di loro non ne era in possesso gli dice di scendere. Il ragazzo non accenna a scendere, anzi, comincia ad agitarsi e sbracciarsi. Agli altri cinque non venivano mossi appunti, segno che erano in regola, mentre nel suo caso il capotreno afferma a gran voce che fino a che il signore non fosse sceso il treno non sarebbe ripartito. Sacrosanto e giusto, penso io. Ore 16,50, continua la pantomima ma nessuno osa avvicinarsi troppo al ragazzo, per paura di un’aggressione, dato che si agitava in maniera convulsa. Ore 16,55, arriva la Polizia, che non può che confermare: il ragazzo deve scendere da solo, perché non possono essere gli agenti a tirarlo fuori dal treno con la forza. A questo punto, ore 17, la gente esasperata gli si ammassa contro, lo butta fuori, e la polizia lo prende in consegna. Il treno parte, alla fine con 18 minuti di ritardo e con l’unico interrogativo: anche questa volta è andata, ma se al posto del ragazzo solo un po’ arrogante e nervoso che alla fine è stato buttato fuori, ce ne fosse stato uno armato, cosa sarebbe successo? Il senso di insicurezza, per noi pendolari, è elevatissimo. E’ necessario che si faccia qualcosa”.