Kiklos, a 1 anno dalla tragedia la possibile riapertura dell’impianto

Ad un anno dalla morte di due giovani operai nell’impianto di compostaggio di via Ferriere Nettuno, le preoccupa i residenti dei quartieri: Tre Cancelli, Piscina Cardillo, Verdiana, Canala, gli abitanti di Le Ferriere  e via Cossira.

In occasione anche della ricorrenza ad un anno dalla tragedia occorsa nell’Impianto Kyklos  in cui persero la vita i due giovani Operai Lisei e Papini, una delegazione del Comitato “No Miasmi” si è recata nel viterbese per incontrare sia la Ditta MIRA – per la quale i due Operai lavoravano – che il Legale che si occupa della vicenda. E in questi giorni l’impianto di proprietà dell’ACEA è tornato ad emettere una puzza terribile costringendo i residenti della zona a starsene tappati in casa.

“Abbiamo saputo- scrive il comitato NO MIASMI- che le indagini sono formalmente chiuse e che  sono stati depositati presso la Procura di Latina tutti gli atti relativi al procedimento, ovvero  i capi di imputazione  dei reati ascritti a tutti gli indagati, fra i quali anche i vertici della Kyklos.  Con ogni probabilità, le fasi preliminari del processo penale  avranno inizio nei primi mesi del 2016.  Presso la   Ditta MIRA   è senza dubbio ancora presente la tragedia occorsa a due dei suoi più stretti Collaboratori, che si trovavano all’Impianto Acea  per eseguire – come  sempre ed anche pochissimi giorni prima di quel  28 luglio 2014 – il lavoro di  propria competenza, ovvero l’asportazione del percolato dalle vasche di raccolta. Il 30 luglio u.s. è stata dissequestrata l’autocisterna, da un anno ferma nell’Impianto.

Ciò che intanto desta estrema preoccupazione, è la  riapertura della  Kyklos a fronte di una possibile istanza di dissequestro che potrebbe essere accolta dalla Procura di Latina (Dr.ssa Spinelli) in qualsiasi momento, anche prima dell’udienza preliminare del processo.

La popolazioneche segue la vicenda – continua il Comitato- è ricaduta nell’incubo, dopo mesi e mesi in cui i disturbi odorigeni – comunque presenti  in moltissime giornate a danno delle abitazioni  più vicine – sono comunque stati contenuti. A questo proposito, occorre ricordare che – a Impianto chiuso –  il 1° novembre del 2014  già si sviluppò un incendio durato qualche giorno: il pericolo di altri incendi – che comportano anche la dispersione di polveri e fuliggine che invadono case, giardini e aziende – è un’altra fonte di forte preoccupazione. I Cittadini sperano che la Dr.ssa Moscarella (Commissario Straordinario del Comune di Nettuno) possa seguire con attenzione la vicenda nell’ambito del suo mandato e non appena l’Impianto dovesse riaprire. Di più: il Comitato “No Miasmi” si augura che la nuova Amministrazione che si insedierà successivamente al termine del mandato della Dr.ssa Moscarella vorrà continuare a prendersi carico della situazione come quella precedente (che ad ogni buon conto intraprese il ricorso al Tar contro il raddoppio dell’impianto), ed anzi intraprenda nuove, possibili strade in sede penale o civile. Ovvero iniziative volte  a rassicurare e tutelare i popolosi Quartieri di Tre Cancelli, Piscina Cardillo, Verdiana e Canala (nonché tutti gli Abitanti delle Ferriere  e Corsira che parimenti soffrono la annosa situazione) sia dal punto di vista della salute pubblica che della vivibilità quotidiana, dal momento che – dopo le tante denunce da parte del Comitato “No Miasmi” alle Autorità e agli Enti -, la realtà dei fatti conta due decessi alla Kyklos per esalazioni letali di acido solfidrico. Alla Magistratura il compito di un equo processo. Per la Popolazione non è  finito l’incubo. Per il Comitato “No Miasmi” non è certo terminato l’impegno a proporre a chi di competenza e/o adottare iniziative volte a far sì che tali Impianti – realizzati purtroppo  a ridosso di insediamenti abitativi e centri abitati – adottino ogni possibile tecnologia anche molto dispendiosa, questo non deve interessare, volta al benessere di tutti.  Ci si augura, infine, che le Autorità preposte alla sicurezza del sito e le Asl di competenza siano più presenti nel Territorio.  La sostanza, però, è questa: la puzza non ci deve essere. La puzza “è” inquinamento”.