Provocò la morte di tre persone il 17 aprile del 2006. È stato assolto perché il fatto non sussiste dalla accusa di disastro colposo
La Tragedia il giorno di pasquetta del 2006, il ragazzo ubriaco guidò contromano per 14 chilometri sulla Pontina fino a quando, all’altezza di Campoverde, si scontrò frontalmente, con una Audi A3, uccidendo tre persone e ferendone un quarto. Stefano Masci, di 38 anni di Nettuno, per questa vicenda, fu condannato il 13 ottobre 2008 dal Gup del Tribunale di Latina Lucia Aielli con l’accusa di omicidio colposo plurimo a otto anni di reclusione, poi ridotti in Appello ed in Cassazione a cinque anni e quattro mesi grazie all’indulto. Inizialmente indagato dal Gip Aldo Morgigni per omicidio volontario, le accuse nei suoi confronti si aggravarono, quando il sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Valerio De Luca, chiese il processo nei suoi riguardi anche per l’accusa di disastro colposo. Il Tribunale del capoluogo pontino ieri prosciolto l’uomo – difeso dagli avvocati Vincenzo Macari e Domenico Porchetta – perché il “fatto non sussiste”. La stessa Procura aveva chiesto ulteriori otto mesi di reclusione. Stefano Masci venne arrestato dopo che al momento del ricovero in ospedale le analisi rivelarono un tasso alcolemico pari a 245 milligrammi per decilitro, a fronte dello 0,15 consentito dal Codice della Strada. Nell’udienza preliminare svolta con il rito abbreviato il Pm Raffaella De Pasquale aveva chiesto 16 anni per omicidio volontario dal momento che “Masci tirando dritto contromano a più di 120 chilometri orari accettò il rischio di provocare incidenti stradali anche con esito mortale”: nel tragico incidente rimasero uccisi Maurizio Montanari, 44 anni, Debora Borsari, 37 anni, successivamente in ospedale Iolanda Ramos, 30 anni, tutti residenti a Roma. Gravemente ferito l’uomo alla guida il 38enne, Marco Gattuso.