E’ atteso a giorni l’esito dell’autopsia di Roberto Combi, l’uomo di Nettuno trovato morto su una panchina della Bnl nel mese di dicembre scorso. I suoi familiari avevano presentato un esposto e la Polizia acquisito le immagini delle videocamere per accertare con esattezza la dinamica dei fatti. E’ il figlio Patrizio a parlare a pochi mesi dalla morte del padre. “Ecco come andarono le cose, il giorno del decesso di mio padre. Lui era da poco uscito dal carcere di Velletri, per l’esattezza il primo dicembre 2016, dove era detenuto dal 11 marzo 2016 per una discussione con un negoziante. Uscito dal carcere, si è fatto accompagnare al centro di Nettuno per salutare tutti i suoi amici e festeggiare al borgo. La mattina seguente avendo bevuto un po’ più del solito e un po’ più del dovutosi è recato in Comune dove presumibilmente ha protestato per ottenere una casa popolare. A quel punto un vigile ha cercato di allontanarlo dal municipio, spingendolo e facendolo cadere. Subito dopo mio padre è andato via, andandosi a sedere su una panchina sopra la quale si è addormentato. Alcuni passanti hanno riferito che faceva molta fatica a parlare e verso le 13 purtroppo è deceduto. Ora si attende l’esito dell’autopsia. Roberto è sempre stata una persona positiva ben voluta da tutti, con un passato benestante alle spalle. In molti ricordano la sua generosità e le sue auto di lusso, la sua classe nel fare e nel vestire. Negli ultimi tempi, anche se era nullatenente per aver sperperato molto denaro, offriva sempre agli amici qualcosa. Mio padre era una brava persona”.