Il clan Fasciani è un’organizzazione mafiosa e “il carattere mafioso del gruppo va riconosciuto”. A scriverlo è la Cassazione nelle motivazioni con cui lo scorso 26 ottobre ha accolto il ricorso della Procura generale di Roma contro la sentenza di Appello che aveva fatto cadere l’aggravante mafiosa nei confronti degli imputati del sodalizio che fa capo a Carmine Fasciani, il don che ha tessuto le trame criminali del X Municipio per anni. La Corte ha accolto il ricorso della Procura generale di Roma contro la sentenza di appello che aveva fatto cadere l’aggravante mafiosa nei confronti degli imputati, ritenendoli responsabili solo di associazione a delinquere, riducendo cosi’ nettamente le condanne che in primo grado erano state pesantissime, con pene complessive di oltre 200 anni di carcere.
“Il tempo è galantuomo. Altro che associazione a delinquere semplice- Soddisfazione da parte di Federica Angeli, la giornalista del quotidiano “La Repubblica” che da anni – attraverso le sue inchieste – racconta come i clan gestiscono gli affari illeciti del 13esimo Municipio della Capitale. Proprio per le sue inchieste – da circa quattro anni – vive sotto scorta. Come ha raccontato – in diverse interviste – è stata minacciata di morte. In una occasione – ignoti – le hanno versato della benzina sotto la porta mentre si trovava in casa con i suoi figli.
Sei le famiglie che si dividono il territorio ad Ostia, che gestiscono il business della droga e degli alloggi popolari: Spada, Guarnera; Di Silvio; Casamonica; Triassi e appunto Fasciani. Il cognome “Fasciani” indica “don Carmine”, boss indiscusso dell’omonimo clan che spadroneggia sul litorale detenendo il business della droga e delle estorsioni. Don Carmine, al centro di numerose relazioni antimafia della Dia, lega il suo nome sia ad esponenti del Nar che ha soggetti come Gennaro Mokbel, il faccendiere che avrebbe gestito i fondi neri per colossi come Telecom e Fastweb. Don Carmine, 67 anni, di origini abruzzesi si trasferisce ad Ostia negli anni Settanta. Dopo pochi mesi, comincia ad avere rapporti con la Banda della Magliana. Poi, dagli anni Ottanta, inizia l’escalation criminale sul litorale: droga e estorsioni. Infine tenta il salto imprenditoriale acquistando uno stabilimento balneare “Village” a Ostia Ponente. Don Carmine oggi è a processo con le figlie Sabrina e Azzurra.