[sg_popup id=”106217″ event=”inherit”][/sg_popup]Christian Cappelluti e la bellezza dell’incontro
Un giovane come molti altri, un giovane unico nel suo genere. Due frasi apparentemente contraddittorie rinchiudono il significato più profondo dell’esistenza di Christian Cappelluti, un ragazzo precoce, fin da adolescente, poeta dell’amore (divino e umano) e risoluto nel coltivare la vocazione di musicista, percepita come un dono per sé e per gli altri. Christian è morto 20 anni fa, neppure ventitreenne, per un rarissimo e improvviso disturbo ematico, le cui origini cliniche rimangono a tutt’oggi incerte. Eppure sul suo forum centinaia di persone, anche chi non l’ha mai conosciuto, continuano a parlargli come a un amico presente. Tanti gli lasciano lettere e messaggi sulla sua tomba ad Anzio, o ascoltano le sue canzoni, scoprendovi sempre nuovi messaggi di speranza per affrontare delusioni e ostacoli della quotidianità. Laici e religiosi trovano nei suoi brani e nei suoi scritti fonte d’ispirazione, dallo spettacolo teatrale di Antonio Racioppi, In nome del figlio alle omelie intense di monsignor Antonio Spadaro o alle riflessioni del cardinale Gianfranco Ravasi. Una vita, quella di Christian, spezzata precocemente, eppure capace di lasciare un segno straordinario in chiunque abbia incontrato lui, personalmente, o la sua “eredità” oggi testimoniata dalla Fondazione e dal liceo classico e musicale che ne portano il nome, voluti dai suoi genitori.
L’incontro con Christian colpiva e colpisce ancora oggi anche per il suo saper fondere sogno e rigore, passione e concretezza realizzativa. Lo confermano i ricordi delle persone che ebbe più vicine, ma anche di grandi personalità della musica come Mina, Red Canzian o il grande agente discografico americano Owen Sloane. «Era uno di quei rarissimi giovani uomini che ti fanno sperar che questo mondo possa andare avanti, possa migliorare», ha scritto di lui Mina.
Del giovane Cappelluti si parlerà martedì 2 aprile alle ore 14.30, in una Conferenza all’Università Europea di Roma – Via degli Aldobrandeschi 190, dal titolo “CHRISTIAN E LA BELLEZZA DELL’INCONTRO”.
Dopo il saluto del Rettore, Padre Pedro Barrajón L.C., interverranno: Luciano Regolo, condirettore dei settimanali Famiglia Cristiana e Maria con te, autore del libro Storia di Christian. Ogni vita è per sempre, la biografia di Cappelluti pubblicata di recente da San Paolo, e Carlo Climati, giornalista e bassista. Nel corso dell’incontro sarà proiettata un video-testimonianza di Padre Antonio Spadaro S.J., Direttore de La Civiltà Cattolica che ha analizzato a fondo i testi e la musica dei brani di Christian dopo averlo conosciuto da liceale nei corridoi del Massimo, a Roma e ha scritto l’introduzione al volume di Regolo.Un’occasione per ripercorrere alcuni momenti della vita di Christian e farne conoscere le canzoni. Studente brillante e di forte personalità, dalle elementari all’Istituto Beata Caterina di Santa Rosa a Roma sino alla laurea in Business Administration conseguita con un anno d’anticipo e “summa cum laude” alla Wake Forest University di Winston-Salem in North Carolina, dove seguì anche un percorso “personalizzato” alla Facoltà di Musica, per realizzare il progetto del suo primo album da produrre negli Stati Uniti, Christian mostra fin dalla più tenera età quei tratti particolari che ne hanno reso vivo per sempre il ricordo: il trasporto istintivo e insopprimibile per la natura, nella costante ricerca del Creatore nel creato, il coraggio di difendere le proprie idee, la spontanea coerenza nei suoi propositi, la cura particolare degli affetti e del dialogo con le persone care, la generosità silenziosa e la capacità di entrare in empatia con i sofferenti, la continua curiosità del vivere e dell’apprendere, la ricerca di una ricchezza interiore anteposta costantemente ai facili richiami materiali che pure lo circondano.
Una casualità, il dono di una chitarra che gli fecero i genitori per il Natale dei suoi otto anni, senza sapere il perché, aprì a Christian il mondo dell’espressione musicale, in cui trovò lo spazio più congeniale per esprimere la creatività e i sentimenti che già erano affiorati nei suoi scritti e nei suoi disegni precedenti. Quella chitarra diventa subito per lui un’amica intima al pari delle canzoni che comincia a scrivere fin da bambino, e, significativamente, le dà un nome, Katy, in inglese, come la lingua che sceglie dal principio per i suoi testi, quasi per una precoce intuizione del futuro “destino americano”.
Nel suo breve percorso terreno, ha stretto amicizie con celebrità mondiali, tra le quali anche David Burge, il “guru” dell’Orecchio Assoluto, facoltà musicale che appassionò particolarmente Christian, o Giorgio Faletti, di cui fiutò la profondità di pensiero quand’era ancora conosciuto soprattutto come comico. Ma con tutti loro Christian mantiene la schiettezza e la semplicità che scandiscono ogni aspetto della sua vita.
Il modo in cui Franco e Adriana Cappelluti hanno trasformato il cupo dolore annichilente per la perdita del loro unico figlio, in amore operoso, è un’altra testimonianza straordinaria della forza inesauribile trasmessa da questo ragazzo, che, non a caso, Monsignor Agostino Vallini indicò a migliaia di giovani riuniti a Toronto nel 2002 per la Giornata Mondiale della Gioventù, quale esempio da seguire per non rinunciare mai a realizzare i propri sogni, ma attraverso l’impegno, senza mai cedere al compromesso e alla rinuncia ai propri valori.
È così, con questo rigore, che Christian era riuscito a chiudere un contratto che lo avrebbe portato a produrre un album di 15 pezzi negli Stati Uniti, il cui single di punta sarebbe stato il “profetico” “Let me run away”: Lasciami correre via.
«Le persone più disparate, di età, Paesi, formazione completamente diversi, che ho contattato per scrivere il libro», ha scritto Regolo, «tutte hanno sottolineato la stessa ricchezza di Christian: la capacità di cercare costantemente il contatto con l’anima altrui». Una capacità che la sua morte non ha sconfitto.