Si terrà sabato 29 settembre alle ore 17,30 presso la Sala consiliare del Comune di Nettuno, la presentazione-reading del volume “Il tridente e la fanciulla (Inventario dei poeti relativi a Nettuno e ad Anzio) – edizione FusibiliaLibri, a cura di Ugo Magnanti e con nota critica di Angelo Fàvaro. Interverranno conversando con il pubblico, Dona Amati, presidente di Fusibilia Associazione Culturale e Ugo Magnanti, curatore dell’antologia.
Presenze poetiche del volume: Dona Amati, Giacomo Antognarelli, Ileana Aprea, Antonio Ausanio, Gianni Capobianco, Cristina Castellani, Maria Vittoria Catapano, Tito Cauchi, Giulia Cherubini, Sandra Collaùto, Roberta Collu, Luigi Corsi, Diletta Di Paola, Egilella, Roberto Eleuteri, Angelo Fàvaro, Rosy Femiani, Ornella Ferrari Pavesi, Luca Frudà, Giovanni Gentile, Iago, Orietta Less, Fiore Leveque, Ugo Magnanti, Beatrice Marcucci, Roberta Marzi, Barbara Miceli, Gilda Miconi, Roberto Mignani, Roberto Montanari, Bruno Morelli, Francesca Moro, Marco Nica, Francesco Nicolì, Patrizia Nizzo, Natale Adamo Orlacchio, Donatella Ottolini, Mara Palermo (Sheila Mayol), Federica Palomby, Rocco Paternostro, Marco Patta, Maria Pedullà, Pino Pieri, Luca Pietrosanti, Laura Quinzi, Antonella Rizzo, Giovanni Russo, Sergio Sabbadini, Antonio Saccoccio, Luigi Salustri, Vittorio Salvati, Stefania Schina, Giuseppe Spinillo, Teresa Suero, Piero Tavella, Aldo Volpini, Carmelina Antonietta Zeoli. Interventi fotografici di Giancarlo Capobianco, Mauro Rinaldi, Roberto Faccenda, Flavia Federico, Americo Salvatori e Rosa Ercoli.
“…con Il tridente e la fanciulla inauguriamo i nostri ‘inventari poetici’, una collana che si origina dalle due città gemelle del litorale laziale per irradiarsi verso molti altri territori d’Italia, con l’ambizione di documentare le scritture poetiche legate ai luoghi di appartenenza o di elezione.Le ragioni di quest’opera, e del progetto complessivo, non sono quindi prevalentemente letterarie o ‘sociologiche’, quanto piuttosto ‘sentimentali’, connesse a un legame, a un rapporto più o meno significativo con dei luoghi e con la loro storia intima, riflessa nelle diverse vicende individuali. Sono allora le ragioni di un incontro. Del resto scrivere poesie non significa soltanto penetrarsi, ma anche avvicinarsi all’altro, partecipare a un destino che è quello di tutti, e che è sempre segnato da un passato fatto di luoghi, strade, piazze, paesaggi, avvenimenti, occasioni, e condivisioni che possono essere anche episodiche ma che spesso rivelano un’identità ‘lirica’, e pertanto privata, alimentata dalla trama collettiva di relazioni che un territorio può sprigionare come energia positiva”.
Dalla nota critica “Sulla poesia sullo spazio” di Angelo Fàvaro: “Questo è un colloquio sulla poesia e sui luoghi. Un colloquio terminale, perché collocato alla fine del volume e sembra una fine del mondo, o di un mondo. Non per dialogare sui loci poetici o sui topoi, ma sui luoghi geografici, sulle zone (che etimologicamente sono ‘cinture’ e recinzioni) che generano preservano e comprendono la poesia. Più esattamente, un colloquio sull’“Homo poeticus, malgrado tutto” (a dirla con Danilo Kiš) e sullo spazio.
Fra parenesi e constatazione, Heidegger, ribadendo un verso di Hölderlin: “dichterisch wohnt der Mensch auf dieser Erde”, la cui traduzione pressappoco suona “l’uomo abita su questa terra poeticamente”, formulava una eversiva ipotesi di esistenza non simbolica o per symbola, che presuppongono sempre ciò di cui vogliono rappresentare altrimenti (Ricoeur docet), ma proponendo il “poeticamente” nel senso di “fattivamente secondo il vero del linguaggio”. Parlava di poeti, ma si rivolgeva a tutti gli uomini.
Già, perché prima d’essere poeta, l’uomo è uomo…”