Dopo tante rassegne dedicate ad artisti stranieri, il Complesso del Vittoriano, in occasione del centenario della nascita, celebra un pittore rappresentativo del panorama novecentesco italiano: Renato Guttuso (1912 -1987).
La lunga esperienza creativa del pittore siciliano, romano d’adozione, è documentata da 100 opere che ne rappresentano le fasi espressive e le adesioni a dibattiti e movimenti artistici di cui fu un animato protagonista.
Intellettuale dallo spirito libero e critico, pur nella sperimentazione di nuove forme e linguaggi rimase fedele alla sua anima, isolana e mediterranea, amante del colore. Il realismo ingenuo e variopinto dei carretti siciliani (da giovanissimo aveva lavorato con essi presso la bottega di un pittore) che sposa le atmosfere fantastiche delle favole, ballate e leggende popolari, costituisce quell’umano sostrato necessario ad una rappresentazione vivida, riconoscibile e chiara della realtà.
Fin dagli anni ’30 il realismo affiora nei semplici schizzi e disegni degli esordi, e prosegue nella “Fucilazione in campagna”, omaggio a Federico Garcìa Lorca, assassinato dai fascisti spagnoli, idealizzato alla stregua di un martire. Realismo che connota la “Crocifissione”, baccanale orgiastico di figure e colori che negli ambienti ecclesiastici del tempo fece di Guttuso un “pictor diabolicus”. Niente nella rappresentazione, ambientata in Sicilia, del supplizio di un uomo giusto osserva la tradizione iconografica cristiana: le croci appaiono assemblate e non collocate frontalmente; e scandalosa apparve la nudità della Maddalena, avvinta a una raffigurazione politica di un Cristo con i pugni chiusi, come il buon ladrone.
Dopo i primi esempi di paesaggi siciliani, nature morte, che negli anni ‘40 facevano presagire la tragedia della guerra, visioni del Colosseo e ritratti della moglie Mimise, si passa gradatamente al grande formato. Nella sala Centrale sono esposti capolavori per la prima volta riuniti insieme: “La zolfara”, un “girone infernale in cui si mescolano amaramente fatica e strage” (Elsa Morante), con un ragazzo curvo in primo piano che ricorda il Rosso Malpelo di verghiana memoria. Segue “La spiaggia”, che ha come protagonisti i nuovi soggetti sociali emergenti, i cui accesi colori dei corpi distesi comunicano senso di congestione e rumore.
E ancora il celebre “I funerali di Togliatti”, un tripudio di bandiere rosse su toni grigi, mentre sullo sfondo s’intravedono il Colosseo, ossario del passato, e i lavoratori con pugno chiuso, futuro del Paese. Accanto ad esso, il capolavoro “Vucciria”, rappresentazione scenica del mercato di Palermo brulicante di vita, e il “Caffè greco”, affollato da personaggi dalla copresenza improbabile come Buffalo Bill, D’Annunzio, De Chirico, che funge da catalizzatore, e un giapponese con la macchina fotografica. Chiude la malinconia de “La visita della sera”. Completano la prima grande antologica che Roma dedica a Guttuso esempi delle sue frequentazioni artistiche e letterarie nella serie dei “Ritratti” e mise en scène teatrali curate dall’artista.
Guttuso. 1912-2012 Dove: Complesso del Vittoriano – Via San Pietro in Carcere
Quando: fino al 10/02/2013
Orario: Tutti i giorni: dal lunedì al giovedì ore 9.30 – 19.30; venerdì e sabato ore 9.30 – 23.30; domenica ore 9.30 – 20.30. Catalogo: Skira € 35,00
Curatori: F. Caparezza Guttuso e E. Crispolti
Direzione e coordinamento: A. Nicosia.
Biglietti: Intero € 12,00; € 9,00 ridotto
Informazioni: tel. 06/6780664
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