Circa duecento persone, tra cui moltissimi giovani, hanno partecipato all’inaugurazione del villaggio della Legalità. Sono intervenuti: Il Prefetto di Latina Antonio D’Acunto, Gabriella Stramaccioni (Coordinatrice nazionale di Libera), Flavia Famà (familiare vittima di mafia), Alberto Spampinato (giornalista dell’associazione ossigeno per l’informazione), Ambrogio Sparagna (Direttore Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium di Roma) e il Presidente di Libera Don Luigi Ciotti. Molte le associazioni e i gruppi di volontariato che hanno lavorato per la riuscita dell’iniziativa. “Questa non sarà la casa di libera, ma un luogo in cui le associazioni potranno contribuire a formare la cultura della legalità e della libertà”– ha spiegato nel suo appassionato intervento Don Luigi Ciotti. Il Villaggio è stato intitolato all’avvocato Serafino Famà, vittima innocente della mafia, ucciso a Catania il 9 novembre 1995 “per avere rifiutato la pretesa di un boss mafioso di piegare ai propri interessi la difesa di una cliente assistita dal legale” ha ricordato comprensibilmente commossa la figlia Flavia. Dopo la conferenza Il Maestro Ambrogio Sparagna, che sostiene con le sue musiche il progetto di Libera, ha eseguito brani di musica popolare, coadiuvato anche dal gruppo Gruppo Folklorico “Norbensis” di Norma.
Il Villaggio ospiterà il Campo “Estate Liberi” . L’obiettivo principale dei campi di volontariato e di studio sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto.
Il Villaggio della Legalità sorge su un bene che è stato confiscato per abusivismo edilizio e ad aprile 2011. Il Commissario Prefettizio Guido Nardone lo ha affidato a Libera con l’intento di dare un segnale forte e preciso di bisogno di legalità in questa terra. Siamo a pochissimi chilometri dal litorale romano di Anzio e Nettuno, meta del turismo balneare di Roma. Due i chilometri che separano il bene dalla costa del lungomare di Latina e circa dieci minuti di automobile dai laghi che rientrano nella riserva naturale del Parco Nazionale del Circeo, tutelati dalla convenzione di Ramsar sulle zone umide di rilevanza internazionale. Purtroppo, in questo contesto incantevole, le mafie hanno aggredito il territorio. A dieci chilometri dal bene si trova, infatti, Borgo Montello dove le ecomafie hanno fatto per anni affari con il ciclo dei rifiuti tossici. E’ lì che Libera e la sua rete di persone ed associazioni, chiedono verità e giustizia per l’omicidio di don Cesare Boschin, Parroco di Borgo Montello massacrato nel 1995.